"Se tutto un infinito ha potuto raccogliersi in un Corpo come da un corpo disprigionare non si può l'Immenso?" La possibilità di dire Dio anche dentro le contraddizioni e gli ossimori più stringenti dell'esistenza; il tentativo coraggioso di dare voce dignitosa e ospitale anche alle espressioni più liminari dell'umano: zone di confine che il Verbo ha già abitato e che la teologia - Sua eco fedele - non può esimersi dal frequentare, affinché quel Verbo non resti disarticolato. Questa è la provocazione della poesia - e di quella di Alda Merini in particolare - alla teologia, perché continui ad essere fidata e affidabile compagna di strada. "Un testo che invita con forza la teologia a osare (...) nuove lunghezze d'onda di espressione e di comunicazione. Come potremmo altrimenti rendere giustizia al dramma e alla poesia del Vangelo?." (dalla Prefazione di Michael Paul Gallagher)