Il libro tratteggia sedici ritratti biografici di donne che hanno partecipato, anche senza essere militanti, a quel grande passaggio d'epoca che va sotto il nome di Sessantotto. Così Franca Viola che si ribellò agli arcaici costumi siciliani e rifiutò il matrimonio riparatore, così Mara Cagol che pagò con la vita la scelta del terrorismo brigatista. Due ribellioni diverse, una pacifica e una violenta, emblematiche di quegli anni. E in mezzo ci sono le altre, Amelia Rosselli, Carla Accordi, Patty Pravo, Giovanna Marini, Perla Peragallo, Krizia, Emma Bonino, Rossana Rossanda, Carla Lonzi, Letizia Battaglia, Annabella Miscuglio, Mira Furlani, Elena Gianini Belotti, Tina Lagostena Bassi: ogni «scatto» disegna un percorso, politico, artistico, culturale, civile, ora luminoso ora tormentato, sullo sfondo di quella rivoluzione femminile, che - come ha scritto Eric Hobsbawm - è stata l'unica rivoluzione riuscita del Novecento.
Qual è stato il ruolo delle donne italiane nella Grande Guerra? In tutti i paesi belligeranti, il conflitto fu un'occasione di emancipazione per le donne, che si trovarono a rimpiazzare in molte funzioni gli uomini partiti per il fronte, e in qualche modo andarono in guerra anche loro: come crocerossine, in Carnia come portatrici, nelle retrovie come prostitute a sollievo delle truppe. Ma il libro ci racconta anche di una spia, di un'inviata di guerra, della regina Elena che trasformò il Quirinale in ospedale, delle intellettuali che militarono pro o contro la guerra: da Margherita Sarfatti a Eva Amendola e Angelica Balabanoff, alla dimenticata maestra antimilitarista Fanny Dal Ry, per finire con Rosa Genoni, pioniera della moda italiana, che abbandona il lavoro e si batte contro la guerra. Introduzione di Dacia Maraini.