
«La questione dell'importanza della fede e della rivelazione per la moralità, della specificità di un'etica cristiana, non ha avuto un ruolo importante nella storia e non ha causato polemiche come nel secolo scorso quando l'enciclica Humanae Vitae divenne un catalizzatore per una discussione sulla competenza del Magistero. Il contributo di Pietro Cognato riprende i tratti fondamentali del problema alla luce anche della presa di posizione di due autori che non sempre sono stati considerati in questa discussione, vale a dire Anselmo d'Aosta e Abelardo. Mentre quest'ultimo è meglio noto per la sua chiara etica degli atteggiamenti (gesinnungsethische Position), Anselmo è probabilmente un autore meno considerato tra i teologi morali. Il libro di Pietro Cognato, per alcuni aspetti, colma una lacuna e, per altri, può aiutare a chiarire e rendere il dibattito sull'autonomia più obiettivo e sereno» (dalla Prefazione di W. Wolbert).
Interruzione volontaria della gravidanza, pratica eutanasica, uso delle biotecnologie, questioni di etica sessuale, trapianto d'organi: questi sono alcuni degli argomenti sui quali l'autore invita credenti, non credenti e diversamente credenti a entrare in dialogo, con l'obiettivo di evidenziare le vie che vengono seguite quando si pensa in ambito morale, le argomentazioni che vengono addotte, il ragionamento morale che sta a fondamento delle scelte. Sullo sfondo del rapporto tra fede e morale, l'interesse non è quello di far cambiare opinione al lettore, ma di mostrargli un metodo, attraverso casi diversi, per elaborare, sistematizzare e ripensare i fondamenti del ragionamento morale, fornendo, in ultima analisi, gli elementi grammaticali dell'agire morale. La convinzione profonda che anima l'autore è che sono il caso, le persone, la loro storia a dare contezza sulla ricerca del bene che, se vuole essere responsabile e rifuggire da risposte lapidarie e perentorie, deve tener conto delle possibilità concrete, del peso specifico delle circostanze, delle condizioni e delle conseguenze.