Ritmo Sbilenco è il risultato del Laboratorio di Alta Formazione di OffiCine (un progetto IED-Istituto Europeo di Design e Anteo spazioCinema) dove una troupe di studenti ha affiancato una troupe di film-maker professionisti per realizzare il primo docufilm su Elio e le Storie Tese. Una sorta di “versione deluxe” dei filmini che si facevano da piccoli, che conserva, quindi, anche un valore affettivo oltreché rappresentare un modo per documentare come lavora un complesso all’inizio del ventunesimo secolo. E che ci fa scoprire certi momenti meno conosciuti come, per esempio, le piccole prove individuali che si fanno dietro le quinte per prepararsi prima di uscire sul palco. Non un reportage musicale, né un lavoro costruito su materiali d’archivio ma un backstage, non solo musicale, che racconta anche lati inaspettati delle loro vite: dalla partecipazione al Festival di Sanremo al tour nei grandi palazzetti dello sport. Un viaggio in compagnia delle persone che compongono gli Elio e le Storie Tese e non solo degli artisti.
L'albero è una figura opposta al movimento: dove nasce muore. Però esiste una seconda vita, che inizia quando smette di scorrere la linfa nei suoi vasi. È la vita del legno. Suo prodigio non è solo il fatto che brucia, offrendo con il fuoco il calore all'accampamento della specie umana. Sua maggiore virtù è che galleggia. Così è stato possibile imparare il mondo, che è liquido in gran parte. Il legno è diventato prua, timone, remo, issato come albero maestro ha sorretto la vela a catturare il vento. I boschi sono diventati flotte e hanno esplorato la geografia scrivendo il romanzo della terra. Ulisse, Sindbad, Magellano, Vasco De Gama, Cook sono saliti a bordo di alberi che camminano sul mare. Il primo bastimento descritto è l'immensa scialuppa di salvataggio costruita da Noè su commissione della divinità. Atterrò sulla cima di un monte, unendo l'alto e il basso come in nessun'altra impresa umana. Uno scrittore che con le sue pagine si sparge negli scaffali del mondo è in debito con gli alberi.