"Pensare l'impensabile" è la prima e più importante raccolta di scritti di Nina Coltart; pubblicato per la prima volta nel 1992, è un classico della psicoanalisi inglese. L'impensabile attraversa tutti i capitoli ed è affrontato da Nina Coltart con libertà, coraggio e rigore al tempo stesso. Analista di grande ingegno ed esperienza clinica, propone la sua visione di quelli che sono i fattori terapeutici e non terapeutici in psicoanalisi, della valutazione e dei criteri di analizzabilità, delle caratteristiche personali - e spirituali - che l'analista deve coltivare per praticare la "professione impossibile". Uno dei pregi di questo libro è la limpidezza con cui Nina Coltart descrive alcune situazioni cliniche, talvolta estreme, in cui i sentimenti e i vissuti con i quali l'analista è messo a confronto appartengono al dominio dell'impensabile, per esempio il silenzio. Molti di questi casi ricorrono nei diversi capitoli del libro, analizzati da punti di vista diversi, diventando familiari per il lettore. Un testo attuale, in cui Nina Coltart utilizza la sua intuizione, la sua sensibilità clinica e una grande libertà di pensiero anche per avvicinarsi, in modo quasi anticipatorio rispetto agli sviluppi successivi della psicoanalisi, a temi quali il rapporto fra psicoanalisi ed etica, psicoanalisi e spiritualità, psicoanalisi e religione, con particolare riferimento al buddhismo.