Secondo Martin Buber la problematica antropologica si ripropone sempre nelle epoche in cui l'uomo perde la sua posizione "sicura" nel mondo, perché "la perdita di certezze in grado di favorire un ritrovarsi tranquillo nell'universo lo costringe a riproporre la domanda su se stesso, sulla sua essenza, sul senso della vita. E' il caso del nostro tempo". L'autore dà una risposta unitaria e sistematica a quest'ansia di ridefinizione, elaborando un discorso antropologico aggiornato e non limitato alla teologia manualistica.