Il racconto semiserio di una tranche di vita di una donna che insegue una forma di vita urbana fuori dagli schemi: dove sia più importante "essere-con" che avere; dove saper trovare la bellezza a un passo dalla monnezza; dove scovare perle di saggezza metropolitana sul bus come in condominio. Nella "città da condividere" l'autrice ha scopertola sua "vocazione", visto che non si erano aperte per lei le porte del monastero (era un 1° di aprile!).
Un libricino frizzante contro la ricerca delle false sicurezze che illudono le persone e le rinchiudono in sé stesse. Una spiritualità laica - proposta con linguaggio apparentemente leggero - che invita a vivere in una sana insicurezza, la quale ci farà accettare paure, esitazioni, dubbi, angosce e... le stesse insicurezze.