Nel piccolo villaggio pakistano, frotte di bambini giocano a rincorrersi, spensierati come è giusto che siano i bambini. Iqbal li vede dal finestrino del furgone che lo sta riportando a casa, al tramonto. Un tempo quei giochi erano anche i suoi, prima che la sua famiglia lo cedesse a un fabbricante di tappeti per saldare un debito di dodici dollari contratto dal fratello maggiore per sposarsi. Sono trascorsi sei anni da quel giorno e da allora è uno schiavo, costretto a trascorrere le giornate in una stanza afosa, incatenato a un telaio senza staccare gli occhi dal lavoro, sottomesso a padroni violenti e senza scrupoli. Insieme a tanti bambini come lui.
Ma Iqbal è diverso, in lui c'è una scintilla che niente riesce a spegnere. Ha solo dieci anni ma la sua mente è attenta e vigile, il suo senso di giustizia innato.
Così, dopo un tentativo fallito e pagato a caro prezzo, riesce finalmente a fuggire. Ha un solo obiettivo in testa, un sogno: far sapere al mondo cosa succede in Pakistan, liberare tutti i bambini dalla schiavitù. E ridare loro quell’infanzia che hanno provato a rubargli.
Una storia intensa, commovente, impossibile da dimenticare.