L'odio è un tema sempre più al centro dell'attenzione della vita umana, individuale come collettiva. Anche nelle società apparentemente evolute e civilizzate del XXI secolo un tale sentimento gode di grande interesse e attenzione negli ambiti più diversi della vita della personalità, della storia e delle relazioni significative del soggetto.Pur non essendo possibile prescriverne una "cura", l'odio può essere tuttavia fronteggiato, ascoltandone gli insegnamenti e smascherandone la falsità.
Il professionista, il manager, l'accademico, possono scoprirsi loro malgrado ignoranti sugli aspetti essenziali della vita, su ciò che dà sapore e gusto alle azioni e ispira le scelte. Una ignoranza che può avere ripercussioni gravissime, specie per chi occupa posti di rilievo e prende decisioni per l'intera collettività: l'attrae crisi economica è solo l'esempio più eclatante. otre e istruzione non equivalgono a saggezza. L'ignoranza è anche alla base dei fenomeni più inquietanti del nostro tempo, come il fondamentalismo, la barbarie terroristica, il razzismo, le sette, la magia, la facile credulità. Sono tutti tentativi di riempire un disagio interiore, nascosto, e per questo ancora più inquietante, cui l'abbondanza dei ben materiali è incapace di sopperire. È la verità perenne racchiusa in quest'opera di misericordia, un'opera da riscoprire e valorizzare per il bene di tutti.
Questo libro raccoglie una serie di articoli, conferenze, contributi, usciti in occasioni varie. Il loro filo conduttore può essere mostrato da tre parole fondamentali: fragilità, complessità, trascendenza. La fragilità si manifesta nelle problematiche affrontate nella prima parte del libro: matrimonio, omosessualità, colpa, morte, suicidio, perversione. Temi di non facile soluzione, ma sui quali non si può fare a meno di interrogarsi, e che rimandano alla seconda parola chiave: la complessità. Complessità dell'essere umano, come della presente epoca "post-moderna", che ripropone in maniera accentuata gli interrogativi di sempre circa il senso di vivere. Da qui la terza parola, la trascendenza. Gli aspetti più alti e peculiari dell'essere umano sono un invito a superarsi, esprimono il suo mistero e la sua affascinante complessità. L'uomo può vivere un incontro pacificante tra questi aspetti molteplici. Ma, per renderlo possibile, deve affinare il suo sguardo.
«Un terzo degli inglesi sotto i trent’anni non sa dire qual è il proprio telefono di casa senza consultare la rubrica del cellulare. Due terzi degli studenti americani non sanno la data della guerra civile che diede forma agli Stati Uniti attuali, un quinto di loro non ha la più pallida idea di chi fossero i nemici nella Seconda guerra mondiale. Non è la crassa ignoranza del tipo tradizionale, questa è una sorta di perversa efficienza: perché faticare a memorizzare date e nomi, quando basta interrogare Wikipedia o Google per tirar fuori quel che serve in poche frazioni di secondo?»
È proprio un male dubitare? O è il primo passo verso la verità? Se non è mancanza di fiducia, il dubbio fortifica il sapere e la fede. Aiutare a fare discernimento: anche questa è misericordia. Per farlo serve un’umiltà costante.
Le opere di misericordia per un cristianesimo semplice.
Secondo volume sulle dipendenze. La dipendenza sessuale esisteva certamente anche prima di internet. Il virtuale però esercita un fascino ancora più invasivo.
Ritenuti a torto un mero retaggio del passato, i vizi capitali costituiscono un'autentica enciclopedia delle passioni umane, una lettura geniale dell'agire umano nelle sue derive negative e nei beni cercati attraverso di essi. Chiunque consideri con attenzione questi vizi potrebbe trovarvi ogni possibile situazione di vita, di classe sociale, di attività proprie della giornata dell'uomo di sempre. Si potrebbe dire dei vizi capitali quello che il regista polacco Kiesloswski aveva osservato a proposito dei comandamenti: "Essi riassumono l'intera nostra esistenza, ciò che siamo e ciò che vorremmo essere: tutti li disattendiamo eppure tutti ci riconosciamo in essi". Questa polarità di trasgressione e ideale evidenzia la perenne attualità del discorso sui vizi, mettendo in guardia da una suggestione mortale: la tentazione di eliminare gli ideali dalla vita, rassegnandosi ad accogliere passivamente ciò che capita, con indifferenza. L'importanza di studiare i vizi capitali si giustifica infine per la profonda saggezza di cui sono portatori. Non a caso sono stati lungo i secoli oggetto di indagine da parte di artisti e studiosi delle discipline più diverse: le loro analisi delineano un profilo dell'uomo di tutti i tempi. Questo libro intende esplorare tale saggezza, avventurandosi in un percorso affascinante che coinvolge teologia, filosofia, psicologia, arte e letteratura.
«Se la maggior parte dei problemi della vita reale – dipendenze, violenza, bullismo, solitudine, pornografia – continuano a essere presenti sul web è soprattutto perché essi sono presenti nella nostra mente». Da quando è stato introdotto, il web, come ogni grande invenzione, non ha cessato di suscitare dibattiti, entusiasmi e altrettanti segnali di allarme, perché presenta, insieme a opportunità inedite, le medesime problematiche del mondo offline, ma a un altro livello. Il web infatti non è semplicemente uno strumento, ma un vero e proprio «universo», parallelo e talvolta anche alternativo al mondo «reale». Qualunque sia il punto di vista assunto, tutto ciò costituisce in ogni caso un punto di non ritorno, con cui è necessario fare i conti. Da qui l’importanza di un approccio rispettoso della sua complessità, per usarne al meglio le enormi e affascinanti possibilità, senza tacerne i possibili rischi.
Il furbo che scavalca la coda, l'imbroglione di turno, il carrierista senza scrupoli sono tutte modalità con cui l'egoismo fa capolino nella nostra giornata e sembra ricordarci che l'altruismo è solo un'illusione, destinata a dissolversi nel confronto con la cruda realtà. Eppure l'altruismo è alla base della vita e la rende possibile in tutte le sue forme; mentre l'egoismo non è affatto il motore della vita, ma la sua distruzione. Quando facciamo del bene a qualcuno gratuitamente, senza calcoli o secondi fini, stiamo bene, anche se abbiamo sacrificato qualcosa di noi stessi. Ma perché essere altruisti fa stare bene? Nel libro si cerca di rispondere a questo interrogativo, mostrando la potenza del principio dell'altruismo a livello biologico, storico-sociale e psicologico; ma anche dando la parola a coloro che lo hanno criticato, spesso in maniera brillante e arguta. Se l'immagine dell'uomo "naturalmente egoista" ha avuto un successo enorme e duraturo, è perché mette in guardia da una concezione discutibile di altruismo. Contrariamente alle apparenze, l'altruismo autentico è la caratteristica che contraddistingue la persona matura, animata dal desiderio del bello e del gratuito. È la capacità di compiere qualcosa per cui valga la pena di essere vissuti.
Le Regole e le Annotazioni (oggetto delle cosiddette Istruzioni, solitamente presentate da colui che dà gli esercizi insieme agli spunti per la preghiera) commentate in queste pagine occupano una buona parte del libretto degli Esercizi Spirituali di sant'Ignazio di Loyola. Esse, cercando di fare chiarezza su questo tipo di esperienza, non intendono affatto imprigionare l'opera dello Spirito, ma piuttosto aiutare l'esercitante a rendersi maggiormente disponibile alla Sua azione e a riconoscerne la voce nelle varie situazioni della vita. La posta in gioco, come precisa lo stesso Ignazio, non è di poco conto: "Vincere se stesso e mettere ordine nella propria vita senza prendere decisioni in base ad alcuna affezione che sia disordinata".