Un viaggio all'interno del variegato universo letterario di Klaus Mann compiuto attraverso un'attenta indagine critico-filologica sia delle opere che di documenti autobiografici inediti. Il percorso artistico-esistenziale di Klaus viene interpretato dall'autrice considerando le vicende umane e le tematiche più significative della sua poetica alla luce del rapporto complesso con la "grandezza" della figura paterna. In quest'affresco viene posta in risalto la percezione che il figlio aveva di Thomas Mann ed emergono i meccanismi che hanno condizionato, reso problematica la sua creatività e la sua formazione spirituale. Leitmotiv dell'analisi è l'attenzione rivolta all'origine e al significato del male di vivere di questo scrittore tormentato che, negli anni della Seconda guerra mondiale, con l'esperienza dell'esilio, da esteta trasgressivo si trasforma in intellettuale impegnato, in opposizione al regime con la sua attività di pubblicista e saggista.