"Perché la mia gioia sia in voi" (Gv 15,11). Gesù parla della sua gioia come di un'esperienza di amore: egli si è sentito amato e rimane nell'amore del Padre fino alla fine. La gioia dell'amore del Padre è ciò che ha riempito tutta la sua vita, ne è il senso, un senso che viene lasciato in eredità ai discepoli perché essi ne facciano tesoro e diventi anche la loro gioia. Se è vero, come afferma papa Francesco, che la gioia evangelica "è il respiro, il modo di esprimersi del cristiano", è nostra responsabilità riappropriarci delle ragioni profonde della gioia che sono al cuore della nostra fede.
Il volume presenta la "Vita A" di Atanasio l'Athonita, fondatore del primo monastero cenobitico sul Monte Athos (963), scritta a Costantinopoli agli inizi del XI secolo dal monaco Atanasio di Panaghiou: insieme alla traduzione italiana viene pubblicato anche il testo greco originale secondo l'edizione di J. Noret (CChr.Gr. 9 Leuven 1982), con un saggio introduttivo e un ampio apparato di note di commento. Secondo l'unanime ammissione di tutti gli studiosi della materia, la "Vita A", oltre che pregevole dal punto di vista letterario, è un testo di eccezionale importanza per ricostruire la genesi del monachesimo sul Monte Athos; dopo la sua edizione critica, però, non è più stata oggetto di un'indagine approfondita che ne valorizzasse in modo sistematico il contenuto. Scopo del presente lavoro è colmare questa lacuna.
Il vangelo, la buona notizia, è duplice: Dio ci ha guardati nell’uomo Gesù, e noi a nostra volta possiamo guardare come lui, assumere il suo sguardo come nostro. All’interno delle pagine del vangelo, in modo semplice e approfondito, l’autore ci porta a scoprire lo sguardo di Gesù, che rivela Dio proprio a partire dalla sua piena umanità, e che può insegnare qualcosa a chiunque di noi si riconosca partecipe dell’umanità, sia egli credente o no. La buona notizia per tutti: per chiunque voglia lasciarsi attirare e interrogare da quello sguardo.