La dichiarazione d'amore di un professore per l'università, luogo di bellezza e di cultura, di libertà e di servizio, di fatica che cambia il mondo.
«Il primo vero finanziamento di cui l'istruzione ha bisogno è una grande iniezione d'amore verso il mondo che ci circonda»
Questo non è un libro di denuncia dei mali dell'università. Non è un'accusa contro lo Stato che non investe nella ricerca. E nemmeno deplorazione delle distanze tra strutture e tecnologie dei nostri atenei d'eccellenza e quelle dei maggiori atenei stranieri. È invece un libro che canta la bellezza dell'insegnare e del vivere in università, racconta il piacere delle sfide culturali, la meraviglia dell'incontro con le generazioni più giovani, la scoperta di realtà e sentimenti sempre nuovi, la ricchezza nascosta dei percorsi collettivi. È un libro che dimostra che il nostro sguardo serve non solo a vedere le cose ma anche a farle nascere e che la cultura scientifica può farsi cultura civile e propagarsi come incendio nella prateria.
"Un papà con gli alamari" non è una biografia ma un toccante viaggio fra i sentimenti, le emozioni, i luoghi, i valori del Generale e Prefetto Italiano Carlo Alberto dalla Chiesa. Un viaggio di famiglia, guidato dai suoi figli Rita, Nando e Simona, i quali, aprendo le stanze dei ricordi, ci regalano il ritratto privato di un papà e, insieme, di un eroe. «Vi voglio bene, tanto, e in questo momento vi chiedo di essermi vicini; così come nei mesi e negli anni che verranno. Vogliatevi soprattutto e sempre il bene di ora! Quanto vi ho scritto, l'ho fatto a 7-8000 metri di altezza, in cielo, mentre l'aereo mi portava veloce verso Palermo. Vi abbraccio forte forte, il vostro papà» (Carlo Alberto dalla Chiesa, Aprile 1982).
La mafia non è misteriosa né invincibile. Negli ultimi trent'anni molto è stato fatto per conoscerla e combatterla meglio, ma ancora esiste una barriera di luoghi comuni dietro cui essa si protegge. Riguardano non solo la sua struttura e le sua attività, ma anche la cultura dei suoi affiliati e il grado di infiltrazione negli organismi economici e sociali del paese. Comprendere che la vera forza della mafia sta fuori di essa, nelle alleanze e nei servigi che le giungono da una "zona grigia" più o meno consapevole o nelle mille forme di pigrizia culturale, vuol dire anche ripensare radicalmente i modi per contrastarla. E riconoscere che il problema non è solo di forze dell'ordine, magistrati o di organi istituzionali; vuol dire sottrarsi alle suggestioni eroiche che circondano talvolta i protagonisti dell'antimafia, e promuovere movimenti di cittadini "semplici", portatori di superiori livelli di libertà e di etica pubblica. Una prospettiva inedita e chiarificatrice sul tema della mafia.
Trentacinque brevi colloqui immaginati con gli affetti di quattro generazioni. Un album-romanzo sfogliato partendo da un oggetto, un luogo, una frase, un episodio, una foto, un ricordo. Per render conto di come una famiglia ha affrontato la sua pubblica storia, così che anche questa possa essere riletta con qualche sfumatura in più. E per raccontare come, grazie e dentro a questa fitta rete di affetti, alcuni valori di fondo si sono trasmessi attraverso gli sconvolgimenti sociali e politici di un secolo intero. Dalle generazioni dell'ultimo Ottocento fino a quelle del Duemila. Da chi conobbe entrambe le guerre a chi venne educato sotto il fascismo e scelse la Resistenza. Da chi divenne adulto con il Sessantotto a chi fece la prima comunione il giorno dopo l'assassinio di Falcone. Perché, pur nei grandi cambiamenti e al di là dei conflitti tra padri e figli, alla fine la famiglia trasmette i suoi valori e fa scegliere come camminare con gli altri. E insegna a stare in quella che con troppa deferenza chiamiamo la storia.
Don Milani non è solo un esempio o un mito del passato. Altri don Milani, con altri volti e storie, danno vita ogni giorno nei contesti più disparati ai miracoli della scuola pubblica italiana. Il libro nasce da note stese per curiosità e passione tra il 1999 e il 2000 su una scuola media di uno dei quartieri più degradati di Napoli. L'autore raccoglie la voce degli insegnanti e degli allievi, li segue nella loro sfida quotidiana a fare scuola proprio lì, tra i vicoli, nei bassi, dove ogni giorno i maestri di strada lottano contro l'abbandono scolastico, portando avanti progetti impensabili in quella realtà eppure realizzati con tenacia e coraggio. Ne scaturisce un racconto che assume oggi il valore di una denuncia e di una riflessione simbolica.
Questo libro raccoglie una selezione di articoli pubblicati sul tema della giustizia, pensati e scritti in tempo reale, per raccontare le vicende parlamentari che hanno segnato un intenso anno di dibattiti e di confronto a volte molto duro e decisivo per la tenuta del nostro tessuto democratico. Il falso in bilancio e le rogatorie, Previti e Dell'Utri, Cirami e Berlusconi, le riforme della giustizia e le condizioni delle carceri, la convivenza con la mafia e i pianisti del Senato. Ma anche piazza Navona e il Palavobis, piazza san Giovanni e le donne dei girotondi, Nanni Moretti, i nuovi slogan e gli antichi simboli della lotta alla mafia, evocati con la forza dal rimbalzo degli anniversari.
Un viaggio nell'Italia che non si rassegna, che non ha perso il senso della coerenza e della lealtà, né prima, né dopo, sull'onda dei nuovi trasformismi. Sette storie personali (e un po' anomale) di impegno civile quotidiano, dal Nord al Sud. Tutti pezzi di un'Italia attuale, vibrante di speranze e di inquietudini. Pezzi che si uniscono a volte senza che l'autore lo programmi: l'informazione, la politica, la società civile, la giustizia, la questione morale, la sinistra. E poi Piazza Fontana, la mafia, Tangentopoli. Tutto attraverso le storie di persone eretiche, ma comunque rappresentative di un'intera categoria di cittadini, i cosiddetti cittadini perbene.