La trasformazione di Delhi in una metropoli del ventunesimo secolo è una storia entusiasmante, a tratti terrificante. Il boom successivo all'apertura dell'economia indiana ha tuffato la città in un tumulto di distruzione e creazione: baraccopoli e mercati sono stati abbattuti, centri commerciali e condomini sono sorti dalle rovine, grandi fortune sono state guadagnate. Ma la trasformazione è stata spietata, brusca e iniqua, e ha generato sentimenti sconcertanti: la città trabocca di rabbia e ambizione. Si potrebbe raccontare questa metamorfosi con l'immagine di un vulcano che erutta: Delhi oggi è il risultato di questa eruzione, di un vulcano nel cui nucleo caldissimo si è fusa la vecchia India e da cui sono usciti, devastando l'ambiente e la storia, ma anche portando novità e cambiamento, getti di lava incandescente sotto forma di cambiamenti sociali, economici e culturali incredibili e destabilizzanti. Questa opera ci permette di vedere Delhi con gli occhi della sua gente e attraverso una serie di incontri, con miliardari e burocrati, spacciatori e commercianti di acciaio, abitanti delle baraccopoli e psicoanalisti, veniamo immersi nella storia della sua trasformazione capitalistica. Intrecciando oltre un secolo di storia con il suo viaggio personale, Dasgupta ci offre il primo ritratto letterario di una delle megalopoli più in rapida crescita del ventunesimo secolo.
Diviso in due movimenti, Solo racconta la vita e i sogni di Ulrich, un chimico bulgaro nato nella prima decade del Ventesimo secolo.
Nel primo movimento del romanzo Ulrich, ormai cieco e vecchissimo, chiuso in un anonimo appartamento di Sofia, si abbandona ai ricordi e rievoca la sua vita. Figlio di un ingegnere ferroviario, poco più che bambino, Ulrich ha due grandi passioni: il violino e la chimica. Negatagli la prima dal padre, parte per la Berlino di Einstein e Fritz Haber per approfondire la seconda. Ma i suoi studi sono interrotti quando la fortuna di famiglia si estingue e deve tornare a Sofia per aiutare i genitori. Non lascerà più la Bulgaria. Le ambizioni professionali che gli rimangono sono seppellite prima dall'avvento del comunismo e poi da quello del capitalismo selvaggio. Quella di Ulrich è una vita fallimentare, ma, avvicinandosi alla fine, si rende conto di come le frustrazioni della sua esistenza siano state un terreno fertile per la creazione di una vita sognata. E sono questi sogni che vanno a comporre la volatile seconda parte del libro.
Nel secondo movimento, in un rapido balzo dal passato al presente, da vite vissute a vite fantasticate, Dasgupta segue i figli immaginari di Ulrich, che, pur nati nel comunismo, si fanno strada in un mondo post comunista fatto di celebrità e violenza: Boris, musicista bulgaro nato poverissimo che diventa una star mondiale; Khatuna, sensualissima giovane moglie di un boss della mafia georgiana costretta alla fuga dopo l'omicidio del marito, e suo fratello Irakli, poeta. Personaggi e moventi s'intrecciano con il ritmo del sogno dietro alle palpebre dell'anziano narratore che vede i suoi figli sognati, variazioni sul tema della sua vita, tentare di vivere come a lui non è riuscito.
Grazie al sapiente intreccio di scienza ed emozioni, vecchio e nuovo mondo, reale e immaginato, Solo si rivela un'opera di grande virtuosismo e fascino visionario.
Un boeing 747 con a bordo 323 passeggeri è costretto da una tempesta di neve ad atterrare in una località sperduta nei pressi di Tokyo. Il volo seguente è previsto per la mattina dopo. Alcuni passeggeri riescono a trovare una sistemazione di fortuna, ma per tredici di loro non rimane altro che passare la notte in quel piccolo aeroporto. Si tratta di persone diversissime e provenienti da paesi diversi; la situazione di disagio e le contingenze li spingeranno a lasciare da parte stanchezza e malumore, a riunirsi in cerchio e a raccontarsi, a turno, delle storie.