Nel settembre del 1920 Mario Buda fa esplodere in piena Wall Street un carro trainato da cavalli e imbottito di dinamite e pezzi di metallo, l'esplosione uccide 40 persone e inaugura quella che sarebbe diventata una delle più micidiali armi da guerriglia urbana, l'autobomba. Il prototipo messo a punto dall'anarchico italiano, tempo qualche decennio, diventerà l'arma del terrorismo globale. Rileggendo la storia del secondo dopoguerra, Davis ripercorre l'uso, le trasformazioni, gli scopi di un ordigno povero che ha esiti molto più devastanti dei missili da milioni di dollari e che ha modificato totalmente l'idea stessa di guerra. Se un tempo eserciti e armamenti erano convenzionali, la maggior parte degli attuali conflitti sul pianeta hanno carattere di guerriglia e nell'autobomba l'arma più efficace e a buon mercato.
L'assenza di monsoni negli anni dal 1876 al 1879 scatenò in buona parte dell'Asia e dell'America latina una grave siccità che provocò la morte di più di cinquanta milioni di contadini. Regioni un tempo verdeggianti si trasformarono in deserti e la mortalità in alcune zone del mondo, dall'Etiopia alla Cina al Brasile, raggiunse i picchi di un olocausto nucleare. Mike Davis ha ricostruito questa tragedia indicando come complice di questo catastrofico fenomeno climatico il nuovo imperialismo.
E' New York la capitale dell'America latina? Sono gli immigrati latinos la nuova linfa della sinistra e del movimento sindacale americani? Mike Davis analizza le conseguenze culturali e geopolitiche determinate dall'ingresso in massa dei latinos nella società statunitense e dalla loro richiesta, sempre più incalzante, di riconoscimento politico. La presenza latina, che oggi riconfigura la città americana e i suoi scenari sociali e politici, si scontra fortemente con il modo in cui questo decisivo fenomeno viene reso invisibile dai media, dagli studi accademici e dalle politiche governative.