Il libro approfondisce i temi del benessere e della felicità attraverso il contributo delle scienze sociali inserite in una più ampia cornice antropologico-filosofica. Tramite la riflessione sulla "vita buona" come fine ultimo dell'esistenza umana, il saggio prova a rispondere all'urgenza pratica di ripensare orizzonti di senso possibili e percorribili di fronte alla complessità del tempo presente. Attingendo all'eredità dei classici, in particolare Aristotele e Tommaso, alla sociologia relazionale e al magistero sociale della Chiesa, il volume intesse un dialogo con l'etica antica per riscoprirne i fondamenti e offrire una "terza via", alternativa all'emotivismo relativista e alla deriva dogmatica, esplorando il legame esistente tra virtù e desiderio e riabilitando, infine, la narrazione e la parola poetica nella costruzione dell'agency soggettiva.