Bisognerebbe sgomberare il campo dal rumore di fondo di tutto quel che già si sa e si è scritto di cesare Angelini e Paolo De Benedetti, rispettivamente il "quasi evangelista" e il "quasi talmudista" di questo carteggio, per coglierne appieno i tratti. Due personalità di spicco del Novecento letterario e teologico che - missiva dopo missiva, in un lasso di tempo che va dal 1949 al 1975 - si addentrano l'uno nell'altro e si delineano nella reciproca relazione: lo sguardo di Angelini restituisce epistolarmente ritratti di De Benedetti, e viceversa.
Lettere nelle quali si respira aria di cultura - letteratura, teologia, poesia - in una cornice di "ironica letizia".