Data di pubblicazione: Aprile 2006
DISPONIBILE : NON AL MOMENTO
€ 6,00
Mons. Antonio Bello, da tutti conosciuto come Don Tonino (così amava firmarsi e così tutti affettuosamente lo chiamavano), è morto il 20 aprile 1993. Da quel giorno si è incominciato a parlare e a scrivere sempre più di lui, e, di volta in volta, Don Tonino è stato definito “uomo che ha lottato con Dio”, “pellegrino degli ultimi”, “profeta della pace”, “profeta degli ultimi”, “vescovo della speranza”, “vescovo nuovo”, “vescovo giovane”... Ognuna di queste espressioni contiene qualcosa di vero; tutte, però, rimangono approssimazioni e avvicinamenti graduali.
Ben vengano allora queste note di don Giuseppe De Candia (“Pippi” per Don Tonino), segretario di Mons. Antonio Bello dal 1983 al 1990, tratte dai suoi diari (anni 1986-1987), che hanno il pregio di riportarci all’origine, allo statu nascenti del “fenomeno Don Tonino”.
Scandite dal lento trascorrere dei giorni e degli eventi feriali, queste note ci immergono nella vita quotidiana di Don Tonino, ci fanno toccare con mano non solo la sua grandezza, la sua magnanimità e la sua profonda interiorità, ma anche la sua sofferenza, la sua solitudine e la difficoltà ad essere compreso dai suoi, dandoci così la possibilità di incontrare ancora una volta Don Tonino dal vivo.
Don Giuseppe De Candia, nato nel 1932, è sacerdote della diocesi di Molfetta dal 1956. Dopo varie esperienze pastorali in seminario, in parrocchia, nell’Azione cattolica, oggi è parroco e delegato regionale della Migrantes, commissione pastorale per la migrazione della Conferenza Episcopale Italiana. Nel 1972 Mons. N. Nervo lo chiama a collaborare alla stesura dei Regolamenti e degli Statuti della Caritas Nazionale e nel contempo la Regione Puglia gli affida la fondazione della Caritas regionale come delegato della Puglia Nord. Diplomato in Organo e Composizione organistica nel 1981 al Conservatorio di Bari, sotto la direzione del M. Nino Rota, ha lavorato anche in campo artistico e didattico musicale, applicandosi particolarmente ad un metodo di apprendimento fonetico vibratorio per i bambini audiolesi. Nel 1983 lascia l’insegnamento perché nominato “Addetto alla segreteria” del Vescovo Don Tonino Bello e in tale veste lo segue nelle sue peregrinazioni alla ricerca dei Molfettesi in Australia, Argentina, Venezuela, Usa. Come “Attuario” – così lo chiama Don Tonino – scrive gli appunti di viaggio di questo periodo con due pubblicazioni: Nato a… provincia di… (Argentina) e Dove le ombre sono lunghe (Venezuela). Dal 1990 parroco in una parrocchia cosmopolita di Molfetta (San Gennaro), don Giuseppe De Candia dà una scossa alla pastorale giovanile parrocchiale e conduce i suoi giovani ad esperienze estive intense incominciando dall’Albania. Da quella esperienza nasce Abbagliati dalla libertà, diario di un camposcuola e ogni estate pubblica il diario estivo delle attività parrocchiali. Come direttore regionale Migrantes continua le sue peregrinazioni accompagnando l’attuale vescovo, Mons. Luigi Martella, in Argentina e in Australia e puntualmente ne descrive le visite con Un Manto fatto Ponte (Argentina) e con Australia in primavera (Australia).
Mons. Antonio Bello, da tutti conosciuto come Don Tonino (così amava firmarsi e così tutti affettuosamente lo chiamavano), è morto il 20 aprile 1993. Da quel giorno si è incominciato a parlare e a scrivere sempre più di lui, e, di volta in volta, Don Tonino è stato definito “uomo che ha lottato con Dio”, “pellegrino degli ultimi”, “profeta della pace”, “profeta degli ultimi”, “vescovo della speranza”, “vescovo nuovo”, “vescovo giovane”... Ognuna di queste espressioni contiene qualcosa di vero; tutte, però, rimangono approssimazioni e avvicinamenti graduali.
Ben vengano allora queste note di don Giuseppe De Candia (“Pippi” per Don Tonino), segretario di Mons. Antonio Bello dal 1983 al 1990, tratte dai suoi diari (anni 1986-1987), che hanno il pregio di riportarci all’origine, allo statu nascenti del “fenomeno Don Tonino”.
Scandite dal lento trascorrere dei giorni e degli eventi feriali, queste note ci immergono nella vita quotidiana di Don Tonino, ci fanno toccare con mano non solo la sua grandezza, la sua magnanimità e la sua profonda interiorità, ma anche la sua sofferenza, la sua solitudine e la difficoltà ad essere compreso dai suoi, dandoci così la possibilità di incontrare ancora una volta Don Tonino dal vivo.
Don Giuseppe De Candia, nato nel 1932, è sacerdote della diocesi di Molfetta dal 1956. Dopo varie esperienze pastorali in seminario, in parrocchia, nell’Azione cattolica, oggi è parroco e delegato regionale della Migrantes, commissione pastorale per la migrazione della Conferenza Episcopale Italiana. Nel 1972 Mons. N. Nervo lo chiama a collaborare alla stesura dei Regolamenti e degli Statuti della Caritas Nazionale e nel contempo la Regione Puglia gli affida la fondazione della Caritas regionale come delegato della Puglia Nord. Diplomato in Organo e Composizione organistica nel 1981 al Conservatorio di Bari, sotto la direzione del M. Nino Rota, ha lavorato anche in campo artistico e didattico musicale, applicandosi particolarmente ad un metodo di apprendimento fonetico vibratorio per i bambini audiolesi. Nel 1983 lascia l’insegnamento perché nominato “Addetto alla segreteria” del Vescovo Don Tonino Bello e in tale veste lo segue nelle sue peregrinazioni alla ricerca dei Molfettesi in Australia, Argentina, Venezuela, Usa. Come “Attuario” – così lo chiama Don Tonino – scrive gli appunti di viaggio di questo periodo con due pubblicazioni: Nato a… provincia di… (Argentina) e Dove le ombre sono lunghe (Venezuela). Dal 1990 parroco in una parrocchia cosmopolita di Molfetta (San Gennaro), don Giuseppe De Candia dà una scossa alla pastorale giovanile parrocchiale e conduce i suoi giovani ad esperienze estive intense incominciando dall’Albania. Da quella esperienza nasce Abbagliati dalla libertà, diario di un camposcuola e ogni estate pubblica il diario estivo delle attività parrocchiali. Come direttore regionale Migrantes continua le sue peregrinazioni accompagnando l’attuale vescovo, Mons. Luigi Martella, in Argentina e in Australia e puntualmente ne descrive le visite con Un Manto fatto Ponte (Argentina) e con Australia in primavera (Australia).