"Franco Loi è poeta della socialità e congiuntamente delle intervenute difficoltà a saldare in un qualche modo le attese dell'epoca in un comune e condiviso orizzonte. Autore della speranza e insieme del disincanto - potremmo quasi affermare guardando all'insieme della sua produzione, al suo primo come ugualmente al suo secondo tempo. O con più stringente sintesi: agente e riflesso della Modernità (nelle sue tensioni positive e umanistiche), ma poi anche della post-modernità. In concreto, tutta l'opera poetica di Loi, pur nelle sue articolazioni, vive in una essenziale e duratura unità. (...) La forza di Loi è la percezione ansiosa che nasce da quell'immensità d'attesa che appartiene e che anche compete in quanto dovere agli uomini."
Numerose sono le affinità e le tangenze della scrittura mistica con alcuni postulati della letteratura della modernità, a partire dal riscontro di una dimensione autoriale necessaria per poter accedere alla visione di Dio e al rivelarsi della sua essenza. La figura di Teresa de Avila appare in questo senso emblematica: giacché si è in presenza di una tra le più significative rappresentanti del cristianesimo ma al tempo medesimo di una grande scrittrice.