Leningrado, 1941. I nazisti stringono d'assedio la città, ridotta alla fame e terrorizzata dai bombardamenti. Marina è molto giovane, e il suo lavoro consiste nell'accompagnare i visitatori all'interno del museo dell'Ermitage, spiegare loro i quadri, parlare dei pittori che li hanno dipinti. Il suo amore per l'arte e la bellezza non conosce confini ed è eguagliato solo da quello per Dimitri, un giovane soldato che fa parte dell'esercito posto a protezione della città. Quando la direzione del museo decide di rimuovere tutti i quadri per spedirli in un luogo sicuro, Marina se li imprime uno per uno nella memoria; i nudi femminili, le scene campestri, le preziose Madonne, costruendo nella sua mente una sorta di museo personale, un luogo virtuale dove rifugiarsi per sfuggire alla fame, al terrore, alla morte incombente. Ora che sono passati molti anni e che, per effetto dell'età, la sua presa sul presente sta svanendo, il ricordo di quei giorni lontani le torna prepotente alla memoria. E sono le immagini vive di una città sconvolta dalla guerra, le pulsioni di un amore rubato, ma soprattutto la bellezza di quei capolavori in cui Marina cerca la salvezza.