Questo breve scritto, ormai considerato un classico della letteratura post-clandestina, racconta della retata nazista nel Ghetto di Roma, che nel volgere di una mattina si concluse con la deportazione di mille ebrei. Lettori e critici lo hanno giustamente accostato ai primi capitoli della "Storia della Colonna Infame" per la qualità dello stile che si accompagna al valore documentario. Con una prefazione di Natalia Ginzburg.
Questo breve scritto, ormai considerato un classico della letteratura post-clandestina, racconta della retata nazista nel Ghetto di Roma, che nel volgere di una mattina si concluse con la deportazione di mille ebrei. Lettori e critici lo hanno giustamente accostato ai primi capitoli della "Storia della Colonna Infame" per la qualità dello stile che si accompagna al valore documentario. Con una prefazione di Natalia Ginzburg.
"Morte del romanzo naturalista, avvento del romanzo espressionista e anche del simbolista (Kafka?), irruzione della psicoanalisi nella tecnica o nel cuore stesso dell'arte narrativa, personaggi che sfuggono dalle mani dei loro burattinai, violento o pacifico esborso di 'monologo interiore', proustiane intermittenze del cuore ed epifanie dei personaggi di Joyce - ecco la materia di lezioni che nei quaderni formano un blocco ininterrotto. Il critico, il docente che forse sorprese gli increduli ascoltatori, giuoca col suo tema centrale: la difficoltà, forse l'impossibilità di scrivere, come il gatto col topo: lo prende, lo lascia fuggire, lo riprende. Alla fine (se ci sarà) il topo potrà risultare incommestibile." (Eugenio Montale)
Questo volume raccoglie i testi dell'ultimo ciclo di lezioni universitarie che Giacomo Debenedetti ha dedicato alla poesia del Novecento: dopo un capitolo introduttivo centrato sull'ermetismo di Mallarmé, si passa all'esame dei maggiori poeti italiani del secolo, dedicando particolare attenzione alla dimensione narrativa, quasi romanzesca, della lirica. Lo sforzo di lettura e di decifrazione del critico conduce a un'indagine tipologica, distinguendo il filone "ermetico" (Montale, Ungaretti, Luzi) da quello in cui il linguaggio assume una funzione "relazionale" (Saba, Penna, Noventa, Sereni); d'altra parte, come annota Alfonso Berardinelli nella sua prefazione, "spingendoci a leggere narrativamente e ragionevolmente anche la poesia più astratta e irragionevole, ne rende visibile il rovescio e la storia occulta". Questo saggio è stato pubblicato per la prima volta nel 1974, con una introduzione di Pier Paolo Pasolini ripresa anche in questa edizione.