Pochi musicisti sono così controversi come Richard Wagner, figura emblematica, nel bene e nel male, della cultura nazionale tedesca. In particolare continua a essere molto discusso il suo supposto antisemitismo che, visto con gli occhi dell'oggi, dopo il nazismo e la Shoah, appare un peccato mortale. La vicinanza del cosiddetto circolo di Bayreuth al nascente partito nazionalsocialista, la passione di Hitler per la sua musica, l'appropriazione di simboli wagneriani da parte del regime e il pesante coinvolgimento della famiglia Wagner nelle vicende del Terzo Reich hanno stimolato infatti, dopo la seconda guerra mondiale, un'abbondante letteratura in cui il musicista viene presentato come un campione dell'odio razziale e un precursore del nazismo. Quanto è corretto e argomentabile questo giudizio se ci si basa sui suoi scritti e sulla sua immensa opera musicale? È davvero fondato il giudizio di antisemitismo? E fino a che punto le suggestioni che la sua musica sprigiona hanno una matrice così odiosa? Da raffinato melomane e profondo conoscitore della musica wagneriana, Carlo Alberto Defanti guida il lettore attraverso l'intero corpus di opere del Maestro, analizzando vicende e idee spesso gravate da un pregiudizio ostile e cercando di dare una risposta credibile a una questione che da sempre intriga e inquieta.
Uno dei più noti studiosi italiani di bioetica offre un approccio chiaro e informato all'eugenetica, lo studio dei metodi volti al miglioramento della specie umana attraverso la manipolazione dei geni. Un'opera dai toni pacati e non sensazionalistici, fortemente critica nei confronti delle pericolose semplificazioni che rischiano di appiattire il dibattito su un tema di per sé provocatorio e scottante. L'eugenetica, a più di cinquant'anni dalla cosiddetta deriva nazista, è ancora in grado di intimorire e dividere. Oggi l'avanzare dei progressi medici e tecnologici impone con urgenza interrogativi che investono le sfere più intime dell'esistenza umana: il trattamento di fine vita, lo statuto dell'embrione, la clonazione umana. In appendice viene proposta, ancora inedita in Italia, la traduzione dell'opuscolo sull'eutanasia a firma di Karl Binding e Alfred Hoche, pubblicato nel 1920.
Morte cerebrale, morte corticale, morte cardiaca: tre soglie controverse, che gli ultimi sviluppi della ricerca scientifica hanno obbligato a riconsiderare, al punto che lo stesso Defanti, tra i più noti studiosi italiani di bioetica, ha nel tempo mutato avviso riguardo alla prima, la più cruciale perché è alla base della pratica teraputica del trapianto di organi. Alla concezione della morte cerebrale come "morte prima della morte" Defanti muove alcune obiezioni, al fine di concettualizzarla in un altro modo, e che ne illuminano i limiti bioetici.