«Il più autentico e grande filosofo italiano del dopoguerra» Giacomo Marramao Con «Il problema dell'ateismo» Augusto Del Noce si confronta con la modernità, portando avanti una serrata critica della filosofia come processo di secolarizzazione, che conduce all'idea dell'uomo creatore e trova il suo compimento nell'antropologia materialistica del marxismo. Un classico del pensiero cattolico, che può essere riletto con rinnovato interesse nel tempo attuale, sempre più indifferente alla presenza del divino. Il libro è arricchito da un saggio di Massimo Cacciari «Sulla critica della ragione ateistica».
L'eclissi dell'idea di autorità è una delle caratteristiche emblematiche del mondo contemporaneo occidentale. Strettamente connessa con la crisi della tradizione e con l'affermazione del primato del benessere e della libertà, può essere analizzata particolarmente in tre ambiti specifici: la famiglia, la scuola e la Chiesa. Attraverso la riflessione di molti filosofi otto-novecenteschi - Weber, Guénon, Arendt, Weil, Adorno, Horkheimer con la scuola di Francoforte, Gentile - Augusto Del Noce segue questa parabola, declinata nei fenomeni storici più importanti degli ultimi secoli: rivoluzioni, guerre mondiali, totalitarismi. Il focus è sulla necessità di distinguere l'autorità, intesa come "guida", dal potere: per Del Noce il rifiuto della prima, tipico del periodo rivoluzionario, ha condotto all'instaurarsi del secondo; il totalitarismo rappresenterebbe in tal senso l'estensione massima del potere e la negazione dell'autorità.
Questo volume approfondisce una tesi centrale nel lavoro di Augusto Del Noce: la necessità di ridiscutere la concezione tradizionale della storia della filosofia moderna, vista come un processo necessario verso una radicale immanenza, e per questo è cruciale l’incontro con Cartesio, considerato il suo iniziatore. Oltre le classiche, ma unilaterali, interpretazioni razionalistiche, idealistiche, positivistiche o religiose emerge l’ambiguità della filosofia cartesiana, per cui se da un lato si danno momenti immanentistici, in conseguenza della separazione fra ragione e storia, dall’altro non è possibile mettere fra parentesi la teoria della libertà divina. Cartesio, nel quale si può cogliere l’espressione della Riforma cattolica come compiuta reazione all’ultimo momento naturalistico-scettico-libertino del pensiero Rinascimentale, reagisce alla «non desiderabilità» atea dell’esistenza di Dio visto come un Dio malvagio che non permette di distinguere il vero dal falso. La ricerca della vittoria sul Dio ingannatore e malvagio è quindi l’anima della metafisica cartesiana, che si specifica nella storia del pensiero religioso come un antinaturalismo – antitesi esatta del tomismo – strettamente connesso con la genesi, della cui portata Cartesio non è consapevole, del principio d’immanenza. Perciò il cartesianismo, sorto nell’orizzonte della Riforma cattolica, ne rappresenta, insieme, la crisi.
La nuova edizione di un’opera fondamentale per la storia della filosofia, con una postfazione di Enzo Randone e Giuseppe Riconda.
Grida d'allarme e inviti alla speranza si alternano spesso tra i lettori di Jean-Jacques Rousseau (1712-1778). La filosofia politica e le stesse esperienze di vita del Ginevrino, secondo recenti interpreti, all'inizio come alla fine del ciclo delle rivoluzioni, hanno costituito fonte di ispirazione per ipotesi secolariste e totalitarie. Augusto Del Noce - in questo testo del suo corso universitario del 1978-79, da lui personalmente rivisto e approvato - suggerisce che l'opera di chi studia un classico è come il restauro della platonica statua di Glauco, il dio marino sfigurato dall'infuriare delle tempeste. Occorre togliere una ad una le incrostazioni, attraversando la "selva selvaggia" dei commenti. E il lavoro che Del Noce propone nella interpretazione rousseauiana che torna qui in luce, con una rinnovata attualità affascinante sia per gli specialisti che per il comune lettore. A queste lezioni si aggiungono le ultime del 1981-82 su Antonio Rosmini: la rivendicazione di una natura umana che è insieme razionale e sociale ne fa, secondo Del Noce, un sorprendente analista della società civile, l'autentico filosofo del personalismo e un punto di riferimento nella critica di un pensiero, come quello di Rousseau, di cui il Roveretano intravede il percorso inevitabile, dal perfettismo alla decadenza.
L'epoca della secolarizzazione può essere considerata una delle indagini più lucide sul mondo contemporaneo e sul processo di secolarizzazione che lo contraddistingue. Particolarmente illuminanti sono le pagine sul '68 e sulla 'contestazione' e quelle che, attraverso il pensiero di alcuni filosofi del '900, ripropongono il concetto di 'tradizione'.
"Il più autentico e grande filosofo italiano del dopoguerra" (Giacomo Marramao)
Con "Il problema dell'ateismo" Augusto Del Noce si confronta con la modernità, compiendo una serrata critica della sua filosofia come processo di secolarizzazione che conduce all'idea dell'uomo creatore e trova il suo compimento nell'antropologia materialistica del marxismo. Autentico classico del pensiero cattolico, in questa nuova edizione il libro è arricchito da un saggio di Massimo Cacciari
Augusto Del Noce (1910-1989) ha insegnato nelle Università di Trieste e di Roma. Il Mulino ha pubblicato anche "Riforma cattolica e filosofia moderna" (1965) e il postumo "Giovanni Gentile. Per una interpretazione filosofica della storia contemporanea" (1990).
I due saggi qui raccolti contengono in nuce l'intero pensiero di Augusto Del Noce, il contributo essenziale con cui ha arricchito il dibattito filosofico e culturale: il primo - L'idea di modernità - espone la sua rilettura della storia della filosofia moderna, il secondo L'interpretazione transpolitica della storia contemporanea. Se l'uno rimanda a Il problema dell'ateismo e a Riforma cattolica e filosofia moderna, l'altro rinvia a Il suicidio della rivoluzione, Il cattolico comunista, e al libro su Giovanni Gentile. Sono pagine ove emerge la forza speculativa di Del Noce, del suo leggere controcorrente la storia della modernità mostrandone volti ed esiti per lo più non visti. Esiti che segnano, per la loro ambivalenza, il nostro presente, tra compiuta secolarizzazione e inaspettata rinascita di una funzione pubblica delle religioni.