La glassa che ci riporta il sapore dell'infanzia, il calore di un bicchiere di caffè condiviso con gli amici, che scioglie il gelo dell'anima, i giochi di luce sull'acqua davanti a un antico lavatoio, il gusto intenso di una manciata di ciliegie nere, la musica segreta di un campo veneziano... "Il piccolo libro degli istanti perfetti" raccoglie, come in un album di immagini pittoriche, la memoria e il gusto di momenti strappati alla vita di tutti i giorni ma sublimati dalla pennellata lieve e inimitabile di Philippe Delerm. Sono delicate poesie del quotidiano, alcune allegre, altre curiose, altre sottilmente nostalgiche; sono l'inno alla maturità di un uomo più che mai deciso a cogliere ogni piccola gioia della vita senza amarezza, con ottimismo e ironia, con uno sguardo solare libero dalle brume dell'inverno. Un libro fatto di sensazioni squisite che l'autore sa cogliere per noi, astraendole dal confuso brusio delle nostre giornate, per farcele assaporare in tutta la loro freschezza.
Stèphane, giovane scrittore parigino, ritorna al sud, alla casa della nonna, nella campagna che fece da cornice alle sue lunghe e spensierate estati di bambino, fra giochi, feste di paese e allegre pedalate. Rivedere quei luoghi per dare l'ultimo addio all'anziana parente Io riporta con la memoria al gusto di certi attimi, al brivido o alla carezza di certe emozioni. Solo, nella penombra delle mura ancora profumate di lavanda e di torte appena sfornate, rivive sensazioni di un passato ancora ben presente: il tocco vellutato delle albicocche, la visione luminosa delle vigne cariche di grappoli, il bagno nel verde gelido della Garonna, il sapore fresco delle marmellate preparate dalla mamma... Ma tutto cambia o è già cambiato. La casa, scrigno di ricordi, verrà venduta; il castello abbandonato, meta di sfide tra ragazzini, ha perduto gran parte del suo fascino misterioso, passando nelle mani di una famiglia borghese; e la cugina Sylvie, antica compagna di scorribande e segreto oggetto del suo amore adolescenziale, era sta per sposare un altro. Un tuffo in un tempo tento e lontano, sospeso in un'aura magica, che Delerm riesce come sempre a pennellare con sfumature sapienti e suggestive.
Un dipinto sulla bancarella di un rigattiere parigino attira e avvicina due sconosciuti. Ornella, scrittrice esordiente un po' frastornata dall'improvvisa fama ottenuta dal suo libro, e Antoine, critico d'arte, più maturo e disilluso, che contrasta con l'amore per la pittura il vuoto interiore in cui una grave perdita l'ha precipitato. Sarà Venezia - ritorno al luogo natale per lei, completamento di un lavoro per lui - a riavvicinare e intrecciare i fili delle loro esistenze, coinvolgendoli in un'esperienza che li arricchirà di nuove prospettive. Ornella, infatti, aggiudicandosi quel quadro al mercatino si è appropriata di un frammento del suo passato, un tabù di famiglia, su cui l'uomo l'aiuta a far luce. E Antoine, che sta studiando alcune opere del Tiepolo, scoprirà, grazie alla giovane, la chiave di lettura di un mistero che lo intriga.
La falsa disinvoltura con cui ci si sistema sulla poltrona del dentista, il caldo oblio in cui si sprofonda una volta sdraiati al sole, il disappunto per l'interruzione della siesta causata dall'arrivo di un ospite inatteso. Delerm dipinge frammenti di vita e barlumi di sensazioni in cui è arduo non riconoscersi. E non abbandona il pennello neanche quando i colori sfumano verso il grigio lasciando irrompere una certa malinconia: c'è infatti una punta di amarezza nella contemplazione di quelle vecchiette arcigne che incassano la vincita del jackpot senza che nulla smuova la linea pietrificata del loro profilo o nello scoprire che la persona che credevamo di aver sorpreso in atteggiamento infantile stia in realtà parlando al cellulare.
Sebastian Senecal è un professore di lettere e filosofia di quarantacinque anni: ha una moglie e due bambini, è appassionato del suo lavoro e dei suoi studi e sa apprezzare i piccoli piaceri della vita. All'avvicinarsi dell'estate, con l'esplosione dei suoi colori, dei suoi odori, dei suoi sapori, il professore decide di fare qualcosa di insolito e per lui entusiasmante: costruire un fantastico portico nel suo giardino, in cui passeggiare e ragionare di filosofia, di stoici ed epicurei, di gioie e di dolori...Il nuovo romanzo dell'autore de "La prima sorsata di birra". Una storia breve e delicata, intrisa di dolcezza e malinconia insieme.