Dopo l'omaggio al padano Boiardo, alla vena divagante e comica dell'" Orlando innamorato", Gianni Celati si dedica a un altro autore che sente vicino per ragioni territoriali, di scrittura e forse anche di vita. Il libro riunisce una scelta di racconti di Delfini, in parte editi in parte inediti, e alcune pagine dei suoi Diari. Nei numerosi cappelli introduttivi Gianni Celati inquadra la figura di uno scrittore che sente come una specie di maestro, un eccentrico dall'intelligenza paradossale difficilmente incasellabile nel canone del Novecento letterario. Le storie di Delfini possono apparire a volte dei bozzetti di provincia, ma in realtà sono sempre mine pronte a deflagrare per accessi di autoironico narcisismo, di malinconia o per continue provocazioni intellettuali.