Data di pubblicazione: Maggio 2010
DISPONIBILE : NON AL MOMENTO
€ 19,00
Una larga macchia nera: ecco come appare la Corea del Nord vista dal satellite. Perché in quel paese la corrente elettrica non è un bene primario. E i cittadini sono privati della luce così come della libertà di stampa e dell’uso di internet. È questa la vita sotto uno dei regimi totalitari più repressivi del mondo, che offre laute ricompense agli informatori, condanna ai lavori forzati per un commento incauto, punisce i gesti di affetto in pubblico.
Eppure, quel buio può avere paradossalmente i suoi vantaggi, specie per coloro che, come Mi-ran e Jun-sang, sono costretti a incontrarsi di nascosto perché appartengono a classi sociali differenti. I due si conoscono da ragazzini e i loro appuntamenti sono lunghe passeggiate nella notte. Jun-sang si apposta dietro un muro, vicino alla casa di Mi-ran; la aspetta due, tre ore, finché non scende il sole. Lei esce senza trucco: tanto, nemmeno si vedrebbe nel buio. Si avviano a piedi, in silenzio. Usciti dal villaggio, cominciano a bisbigliare, poi a parlare. Solo allora, lontani da occhi indiscreti, si prendono per mano. Continuano a frequentarsi in questo modo per quasi dieci anni, fino a che lei decide di fuggire in Corea del Sud. Nonostante l’amore che li unisce, non dice niente a Jun-sang, per paura che sia proprio lui a denunciarla. Ma il suo ricordo non la abbandonerà.
Inizia così questo viaggio all’interno di uno dei paesi più impenetrabili del terzo millennio, raccontato attraverso le voci di chi è riuscito a mettersi in salvo. Sono storie di sopravvivenza e dolore, speranza e desiderio di normalità. Sfuggite al controllo della censura.
Una larga macchia nera: ecco come appare la Corea del Nord vista dal satellite. Perché in quel paese la corrente elettrica non è un bene primario. E i cittadini sono privati della luce così come della libertà di stampa e dell’uso di internet. È questa la vita sotto uno dei regimi totalitari più repressivi del mondo, che offre laute ricompense agli informatori, condanna ai lavori forzati per un commento incauto, punisce i gesti di affetto in pubblico.
Eppure, quel buio può avere paradossalmente i suoi vantaggi, specie per coloro che, come Mi-ran e Jun-sang, sono costretti a incontrarsi di nascosto perché appartengono a classi sociali differenti. I due si conoscono da ragazzini e i loro appuntamenti sono lunghe passeggiate nella notte. Jun-sang si apposta dietro un muro, vicino alla casa di Mi-ran; la aspetta due, tre ore, finché non scende il sole. Lei esce senza trucco: tanto, nemmeno si vedrebbe nel buio. Si avviano a piedi, in silenzio. Usciti dal villaggio, cominciano a bisbigliare, poi a parlare. Solo allora, lontani da occhi indiscreti, si prendono per mano. Continuano a frequentarsi in questo modo per quasi dieci anni, fino a che lei decide di fuggire in Corea del Sud. Nonostante l’amore che li unisce, non dice niente a Jun-sang, per paura che sia proprio lui a denunciarla. Ma il suo ricordo non la abbandonerà.
Inizia così questo viaggio all’interno di uno dei paesi più impenetrabili del terzo millennio, raccontato attraverso le voci di chi è riuscito a mettersi in salvo. Sono storie di sopravvivenza e dolore, speranza e desiderio di normalità. Sfuggite al controllo della censura.