Le "Vie della Sete" sono i sentieri tortuosi percorsi da Ardito Desio durante le scorribande scientifiche che fece, a partire dal 1926, fino al 1940 quando lo scoppio della seconda guerra mondiale gli impedì di continuare le ricerche. Attraversò più volte le aride distese del Sahara a piedi, a dorso di cammello, in camion o in aereo, per cercare, nelle viscere del deserto, le ricchezze naturali nascoste. Questo libro si legge come un romanzo, con la differenza che le avventure che vi sono descritte sono vicende vere, riprese dai suoi diari, che invitano il lettore curioso ed amante delle sensazioni forti a ripercorrerne gli itinerari. Chi viaggia oggi nel deserto libico ritrova i luoghi descritti da Desio, taluni irriconoscibili come le città e i villaggi, altri rimasti immutati nel tempo. Il nome di Ardito Desio viene generalmente legato alla spedizione italiana che ha guidato nel 1954 alla conquista del K2, la vetta più alta del mondo dopo l'Everest. Ma la conquista del K2 è solo una delle numerose imprese importanti della sua vita; un'altra, - più importante soprattutto per gli sviluppi che ha avuto a partire dall'immediato dopoguerra - è la scoperta, nel 1938, del petrolio nel Sahara libico, descritta appunto in questo libro.
Ardito Desio, scienziato ed esploratore, è stato uno dei pionieri italiani che ha aperto la strada alla conoscenza delle zone più impervie e sconosciute della Terra: dal Sahara orientale, con i mezzi più diversi (cammelli, autocarri, aerei), alle aree più remote dell'Iran, dell'Afghanistan, del Pakistan settentrionale, attraverso le vie carovaniere del Karakorum e dell'Hindukush nell'Asia centrale. Ricerche scientifiche, ma anche imprese sportive eccezionali come la storica spedizione che nel 1954 ha portato per la prima volta due italiani sulla cima del K2. Il racconto che scorre in queste pagine è l'autobiografia di un uomo che sin dagli anni dell'adolescenza ha cercato di andare oltre i confini del conosciuto.