Avevo desiderato rendermi conto se un sapere così complesso come quello di Lacan non rimanesse una pura elucubrazione sulla scoperta freudiana, ma potesse diventare veramente linfa per uno psicoanalista nel suo lavoro quotidiano. In questo libro questa linfa la si percepisce, viene in superficie come un'amalgama che risulta dagli interessi della teoria psicoanalitica letta secondo l'insegnamento di Lacan, seguendo le indicazioni di colui che Lacan aveva chiamato il suo "unico lettore", ossia Jacques-Alain Miller, e dalle implicazioni che richiede la pratica clinica. Pratica clinica che prende il suo avvio quasi contemporaneamente a metà degli anni '70, sia come psicoanalista dell'Ecole freudienne de Paris, sia per essersi dedicato a quella che è stata chiamata "psicoanalisi applicata", con lo scopo, in questo caso, di individuare le possibilità di cura, e soprattutto per dei bambini autistici. Di Ciaccia, considerato all'unanimità uno dei maggiori esegeti di Lacan in Italia, risponde alle mie sollecitazioni: quelle che lo riguardano personalmente, nel suo rapporto con la psicoanalisi ma soprattutto con quella figura misteriosa e affascinante che è stata per lui Lacan.
Medico, psichiatra, psicoanalista, Jacques Lacan (1901-1981) è stato una delle personalità più significative nella cultura del Novecento e nella storia della psicoanalisi del dopo-Freud. Il suo riferimento costante e rigoroso ai fondamenti della clinica psicoanalitica s'interseca con l'utilizzo critico delle teorizzazioni più avanzate proprie della linguistica, della filosofia, della logica, dell'antropologia, della letteratura e della psichiatria. Scritto da due psicoanalisti di generazioni diverse ma formatisi entrambi alla scuola di Lacan, questo libro offre al lettore un'esposizione chiara e rigorosa dell'insegnamento lacaniano.