Lacerato dal dolore, un uomo, la cui professione è curare le ferite psichiche, arriva sull'orlo del precipizio. Non cade, si sforza di rimettere insieme i pezzi e il racconto di come riesce a farlo si intreccia con quello della rivoluzione nella cura che lo salva come paziente e lo orienta come terapeuta. Nella psicoterapia, il primato della parola ha ceduto il campo: adesso è possibile lavorare anche su corpo, immaginazione e teatralizzazione, e le storie dei pazienti, casi clinici raccontati nello stile di una fiction, rendono conto della "svolta esperienziale" in atto. Nel libro i differenti fili della narrazione si intrecciano e si richiamano l'un l'altro, sfociando in una serie di colpi di scena finali. L'autore, come uomo e come psicoterapeuta, scioglie e riannoda le trame della scoperta scientifica e del dramma e ricorda che, per curare l'animo, bisogna tornare all'attimo prima della "caduta". Cogliere le persone in quell'istante è la chiave di volta della psicoterapia.
Non passano la maggior parte del tempo a sentirsi il re del mondo. Lo sognano, ma lo sperimentano così di rado. Li chiamiamo narcisisti, aspirano alla grande vita e invece passano la maggior parte del tempo tra rancore perché gli altri non li riconoscono, rabbia perché sentono chi li circonda come bastoni tra le ruote, disprezzo per un mondo che non li appaga mai. E, stabilmente, un senso strisciante di vuoto, noia, che la vita pulsante, se esiste, abita altrove. Questa è una descrizione della personalità narcisistica, di come si riconosce, di che significa essere un narcisista e relazionarsi con un narcisista. Esempi illustri: Tony Stark/Iron Man, Miranda Priestly da "Il Diavolo veste Prada". E la loro controparte maligna: Frank Underwood e Tywin Lannister, crudeli, spietati, manipolatori. E il narcisista perdente, soccombente, che vive in attesa di un'attenzione che non arriva mai, solo perché sceglie di nascondersi nell'ombra. E poi protesta perché nessuno lo viene a cercare. Alla fine un tentativo di mostrare come si esce dal narcisismo, rinunciare alla ricerca della gloria e scoprire la sensorialità dell'esistenza. Il narcisista viene alla luce senza il filtro del linguaggio tecnico. Se ne vede la parte più spietata e la vera natura: quel misto di passività, bisogno continuo di conferme e la dannazione di non avere mai avuto in dono il diritto a esistere davvero.