Con la pubblicazione del quarto volume si conclude la raccolta degli scritti di storia della letteratura italiana di Carlo Dionisotti. Il V volume sarà infine dedicato a Subsidia critici ed Indici. Attraverso quest'opera si dà finalmente una definitiva sistemazione all'eredità culturale di uno dei più grandi studiosi del Novecento italiano.
È il terzo dei cinque volumi che raccoglieranno gli scritti di storia della letteratura italiana di Carlo Dionisotti. Attraverso quest'opera si dà finalmente una definitiva sistemazione dell'eredità culturale di uno dei più grandi maestri del Novecento italiano. Dalla Premessa: "Dionisotti è stato, insieme con pochissimi altri, il restauratore della filologia e della letteratura umanistica e rinascimentale. L'erudizione propugnata da Dionisotti era principalmente proiettata a scandire le zone di passaggio della letteratura italiana, le connotazioni socio-culturali delle varie tipologie di testi, i rapporti del latino col volgare, facce diverse di una medesima lingua, le codificazioni dell'idioma nuovo e i suoi snodi nel fluire dei secoli: la letteratura italiana dunque come inscindibilmente legata con la storia della sua lingua".
Gli studi di Dionisotti sono sempre stati percorsi dalla passione civile e dall'analisi politica della storia italiana. Così gli scritti qui raccolti da Giorgio Panizza, in parte apparsi su vari fogli del Partito d'Azione, in parte rimasti inediti, in parte pubblicati saltuariamente nel dopoguerra, forniscono un ritratto di uomo impegnato nelle vicende del suo tempo e di antifascista, complementare al magistero di etica intellettuale che emerge dal suo lavoro di storico letterario. In stretto contatto con diversi amici torinesi che operavano nei gruppi di "Giustizia e libertà" negli anni Trenta, si dedicò più direttamente alla politica negli anni 1943-45, quando si era trasferito a Roma partecipando all'attività di uno dei nuclei del Partito d'Azione che si raccoglieva nell'ambiente dell'Enciclopedia Italiana. Nel fervore dell'attività pubblicistica, spicca per profondità di analisi l'articolo scritto a caldo dopo l'uccisione di Gentile. Riprenderà temi di argomento civile solo negli anni Sessanta, in un clima molto mutato, affrontando il problema del neofascismo e la contestazione del Sessantotto. Tanto negli interventi più urgenti, scritti nel cuore della guerra civile, quanto in quelli più tardi, Dionisotti riesce sempre a collocare i singoli problemi in un quadro storico-culturale di lungo periodo. Convinto che i mali italiani hanno radici lontane e che il fascismo, contrariamente a quanto sosteneva Croce, non è stata una malattia passeggera.
È il primo dei cinque volumi che raccoglieranno gli scritti di storia della letteratura italiana di Carlo Dionisotti. Attraverso quest'opera si da finalmente una definitiva sistemazione dell'eredità culturale di uno dei più grandi maestri del Novecento italiano. Dionisotti è stato, insieme con pochissimi altri, il restauratore della filologia e della letteratura umanistica e rinascimentale. L'erudizione propugnata da Dionisotti era principalmente proiettata a scandire le zone di passaggio della letteratura italiana, le connotazioni socio-culturali delle varie tipologie di testi, i rapporti del latino col volgare, facce diverse di una medesima lingua, le codificazioni dell'idioma nuovo e i suoi snodi nel fluire dei secoli: la letteratura italiana dunque come inscindibilmente legata con la storia della sua lingua.