I racconti, ci dice Doctorow, sono intraprendenti. Si presentano all'autore senza essere stati sollecitati, si impongono con i loro personaggi e le loro ambientazioni, obbligano a mollare tutto e mettersi a scrivere, prima che svaniscano come un sogno. Dai sobborghi di New York al Midwest, dall'Ovest selvaggio fino all'Europa. Dall'Ottocento a un indeterminato futuro. Storie non accomunate né dai tempi né dai luoghi, ma piuttosto dall'irriducibilità dei loro protagonisti: tutti individui che, per una ragione o per l'altra, si trovano segregati e in conflitto con il proprio ambiente originario, impegnati in una lotta personale contro il mondo che li circonda. Un uomo, alla fine di un giorno di lavoro qualsiasi, decide di sottrarsi alla comoda vita di borghese upper-class e si trasforma in un mendicante che rovista tra la spazzatura nello stesso quartiere benestante dove abitava prima. Uno studente decide un po' per posa un po' per curiosità di andare a lavorare come lavapiatti, e prima di accorgersene si ritrova sposato a una bellissima bionda dell'Est europeo e legato a doppio filo a un'impresa criminale. E poi c'è una difficile relazione di coppia che precipita nel momento in cui un perfetto sconosciuto entra in casa e afferma di essere cresciuto in quelle stanze... In questi racconti misteriosi, Doctorow mette in atto l'esercizio che gli riesce meglio: si pone all'altezza dei propri personaggi, conosce il loro ambiente, le paure e frustrazioni di ognuno di loro, e li segue...