"In filosofia capita spesso, mentre si procede nella ricerca, di imbattersi in un pendio ripido e scivoloso. Si può decidere di saltarlo e di andare avanti lungo la strada maestra. Ma possiamo, in alternativa, lasciarci scivolare fino al fondo del fossato, per poi uscirne arrampicandoci faticosamente e tornare a progredire lungo il nostro percorso". Sono parole che, meglio di qualunque descrizione, valgono a dare un'idea dello spirito di questo breve libro in cui Michael Dummett presenta il proprio punto di vista su alcune delle più profonde questioni filosofiche. Originato da una serie di conferenze (le prestigiose Gifford Lectures), il volume si propone di trattare della nozione di realtà e dei vari modi in cui il linguaggio può riferirsi ad essa utilizzando uno stile piano e comprensibile, pur se non sempre elementare. Ne risulta una lettura piacevole e talora persino divertente per il gusto del paradosso e della provocazione intellettuale che permea le riflessioni di uno dei più autorevoli filosofi inglesi viventi.
Michael Dummett, filosofo analitico, presenta qui le sue idee più recenti sui temi metafisici del realismo e della filosofia del linguaggio. Dummett è ben noto per essere un sostenitore dell'antirealismo, che caratterizza approssimativamente la verità come ciò che si è in grado di conoscere. Gli eventi del passato e gli asserti su di essi sono test cruciali della posizione antirealista. Questi saggi proseguono e incrementano il lavoro di Dummett.