Sono numerosi i pellegrini che ogni anno affollano i santuari mariani d'Italia e d'Europa. Per svariati motivi: per fede, per devozione, per chiedere aiuto alla Vergine, per chiedere una grazia e, perché no?, un miracolo; per curiosità. Quasi sempre si ritorna con il dono della pace nel cuore. Il libro racchiude le migliori storie trasmesse su TV2000, raccontate dai protagonisti nella rubrica "Storie da Lourdes", in onda quotidianamente da maggio 2012. Sono storie di malati, volontari e pellegrini, incontrati dall'autore ai piedi della Grotta di Massabielle. Nessun esibizionismo, nessuna forzatura, nessun pietismo. Ciò che accomuna le storie di questi bambini, ragazzi, giovani, adulti, coppie, famiglie è la fede in Dio e la fiducia nella Vergine dei protagonisti; l'affidamento, la ricerca sincera, il desiderio di trovare forza interiore e un senso profondo alla sofferenza, al dolore, alla fatica di vivere. A Lourdes il grido della creatura si fa preghiera fiduciosa e incessante, si esprime in gratitudine, in coraggio di risollevarsi, di ritrovare la speranza, di cambiare vita.
Per alcune edizioni antiche del Martirologio Romano, Fortunata era una fanciulla convertita al cristianesimo e vissuta a Cesarea Marittima in Palestina, martirizzata durante la persecuzione di Diocleziano per aver confessato la sua piena appartenenza alla fede cristiana, subendo non pochi tormenti. Santa Fortunata ci invita ancora oggi a guardare in alto, mettendosi accanto a noi come amica e compagna di viaggio. Ci esorta a mettere Gesù al centro della nostra vita e a seguirlo sempre più da vicino.
In teoria, esiste un'identità napoletana forte, sedimentata nel corso di oltre due millenni, irrobustita da una grande tradizione culturale, contaminata dagli apporti più vari, fissata in una lingua ricchissima, in una copiosa letteratura e in migliaia di famose canzoni. In pratica, esistono i napoletani di oggi, afflitti da tanti problemi annosi e irrisolti, e animati da incrollabili speranze di riscatto. Hanno conservato una buona parte del loro retaggio storico e culturale, e sono in fondo "antichi" come la loro città, però tendono sempre più rapidamente a conformare i loro comportamenti e desideri, il loro immaginario e perfino il loro modo di esprimersi a quelli degli abitanti di qualsiasi altra città del mondo. Francesco Durante divide il suo libro in due parti intitolate per l'appunto "Teoria" e "Pratica", sforzandosi di farle dialogare, di mostrare come la seconda riesca ancora a esibire qualche elemento di originalità inequivocabilmente partenopea. Ne nasce un libro vivace e curioso, fondato su una ricchissima documentazione che disegna percorsi sorprendenti nella storia e nella cronaca di Napoli. Un libro che riesce a tenersi a distanza di sicurezza dal luogo comune e che continuamente sollecita e appaga la curiosità del lettore intorno al "mistero" della napoletanità che, nonostante tutto, nonostante la sua possibile riduzione a una condizione puramente spirituale o fantasmatica, ancora sa parlarci con accenti di profonda umanità.
Il libro presenta il panorama completo della produzione letteraria italoamericana: una tradizione lunga ormai quasi tre secoli e della quale né in Italia né negli Stati Uniti c'è una piena consapevolezza. Opere spesso poco conosciute, che insieme compongono un quadro unico del fenomeno migratorio dall'Italia all'America del Nord: dalle prime testimonianze di autori italiani durante la Rivoluzione americana alla stagione in cui negli Stati Uniti finirono per stabilirsi molti protagonisti delle lotte risorgimentali; dall'evangelizzazione delle popolazioni native del West, operata da tanti missionari italiani, all'emigrazione di massa della fine dell'Ottocento e alle Little Italies, dove un'abbondante letteratura veniva pubblicata ancora in lingua italiana. Il volume analizza gli sviluppi di questa storia dopo la cesura del 1941, con la dichiarazione di guerra dell'Italia fascista agli Stati Uniti: la seconda e la terza generazione italoamericana, con il loro decisivo contributo agli sperimentalismi Beat e al postmodernismo, fino al sorprendente "rinascimento" italoamericano dei nostri giorni.