L'autore indica in quest'opera la ricerca della via interiore, la ricerca dell'io autentico. Per lui "iniziazione" significa aprire le porte al mistero che ognuno si porta dentro, al divino in noi; l'uomo dovrebbe diventare un collaboratore su questa via, attore in prima persona del proprio risveglio. Gli scritti che egli ci ha lasciato sono compagni di viaggio per chi si incammina su tale via, segnali indicatori sicuri e affidabili per chi è alla ricerca. Dürckheim non volle essere un guru nel senso di guida cui affidarsi passivamente, ma un maestro capace di divenire "superfluo" nel momento in cui il discepolo è cresciuto abbastanza per aver sviluppato il "maestro interiore".
In questo libro l'autore espone gli insegnamenti tratti da maestri spirituali, che aprono orizzonti nuovi e strani nel campo della ricerca spirituale. Si tratta anzitutto dell'hara, centro misterioso che viene localizzato nella parte inferiore del corpo ma che non coincide con quello che lo yoga indù situa alla base della colonna vertebrale e concepisce come la sede del "potere del serpente" sebbene anche l'hara venga associato ad una forza quasi sovrasensibile che renderebbe capaci di prestazioni eccezionali. Oltre a ciò, si tratta della scoperta del vero centro del proprio essere, dove esso è in contatto con l'"originario", e di uno spostamento della coscienza dell'io comune in esso. A questo spostamento, da associare ad una nuova costituzione, viene attribuito un modo diverso sia di sentirsi che di agire. Si parla di una calma distaccata, di un'azione precisa, di una forza intrepida.