Rileggendo Oliver Twist dal punto di vista di Fagin, Will Eisner ci fa conoscere sotto nuova luce e con inedita profondità uno dei personaggi più malfamati della storia della letteratura. In Fagin l'Ebreo, pubblicato negli Stati Uniti nel 2003 e considerato un capolavoro del genere graphic novel, Eisner dimostra ancora una volta di essere non soltanto un maestro nell'arte del racconto a fumetti, ma anche un acuto critico letterario e un attento osservatore della società. Nell'arco di settant'anni, per tutta la sua carriera di artista, Eisner era diventato via via più insofferente agli stereotipi sugli ebrei, diffusi in maniera tenace in tanti classici della letteratura. Osservando le illustrazioni delle edizioni originali di Oliver Twist, aveva deciso che era giunto il momento di affrontare la realtà e raccontare quella parte della vita di Fagin che Charles Dickens aveva ignorato. Nel suo stile magistrale, Eisner raffigura il malvagio Fagin come un individuo complesso e tormentato, e attraverso la sua storia rappresenta la vita della comunità ashkenazita nella Londra dell'Ottocento: uno sguardo provocatorio sulla povertà, il pregiudizio e l'antisemitismo dell'epoca, una memorabile riflessione storica, una narrazione per immagini di rara forza evocativa.
Nei Protocolli dei Savi di Sion si racconta di un fantastico piano ebraico per arrivare con l'astuzia al dominio del mondo. In realtà I Protocolli sono un clamoroso falso, un documento fabbricato dalla polizia zarista per giustificare l'odio contro gli Ebrei. Un documento tuttora spacciato per verità indiscussa dalla peggiore propaganda antisemita. Will Eisner, il padre della "graphic novel", racconta la storia documentata dei Protocolli in questo romanzo per immagini, un capolavoro finito di scrivere e disegnare a un mese dalla morte. Introduzione di Umberto Eco.