L'isolamento del morente e la rimozione dell'idea della morte sono espressioni di quel controllo delle emozioni che, secondo Norbert Elias, caratterizza la nostra civiltà. Nelle società industriali avanzate si invecchia e si muore sempre più spesso da soli, angosciati dall'evento innominabile che si approssima. Nelle civiltà del passato, invece, in cui fortissimo era il senso di appartenenza a una comunità che trascendeva l'individuo e che gli sarebbe sopravvissuta, anche la morte poteva essere affrontata senza terrore. Scritto a quasi novant'anni, "La solitudine del morente" è nel contempo un lucido testamento spirituale e una coinvolgente riflessione sulla possibilità della "buona morte" nella nostra epoca.
"Il bellissimo libro di Elias è un'affascinante rappresentazione del mondo della corte di Luigi XIV" (Giovanni Bechelloni)
Gli splendori di Versailles, i fasti e gli sprechi di un'aristocrazia al tramonto, le follie dell'etichetta come spie di una società complessa e fortemente gerarchizzata. Analizzando i rituali della corte francese ai tempi del Re Sole, Elias ricostruisce le origini e l'evoluzione di un sistema sociale nato in Francia, ma affermatosi poi in tutta Europa fino alla Rivoluzione e oltre, e coglie l'essenza del rapporto tra forme del cerimoniale, linguaggio dei rapporti sociali e potere.
Di Norbert Elias (1897-1990) il Mulino ha pubblicato: "La solitudine del morente" (1985), "Saggio sul tempo" (1986), "Humana conditio" (1987), "Coinvolgimento e distacco" (1988), "Il processo di civilizzazione" (1988), "Sport e aggressività" (con E. Dunning, 1989), "La società degli individui" (1990), "Mozart. Sociologia di un genio" (1991), "I tedeschi" (1991), "Teoria dei simboli" (1998), "Tappe di una ricerca" (2001), "Strategie dell'esclusione" (con J.L. Scotson, 2004), "La civiltà delle buone maniere" (2009) e "Potere e civiltà" (2010).
"E' senza alcun dubbio la più importante opera di sociologia storica dopo Max Weber" (Richard Sennett)
"Un classico moderno" (Lewis Coser)
Assieme a "La civiltà delle buone maniere" questo volume costituisce la fondamentale opera che Norbert Elias ha dedicato al "Processo di civilizzazione", un'impresa che lo ha collocato nel novero delle grandi figure della sociologia del Novecento. Secondo l'interpretazione di Elias, nel Medioevo in Europa prende avvio un processo a un tempo sociale e psicologico che porta gli individui a interiorizzare norme di comportamento e meccanismi di autocontrollo sempre più vincolanti. Il possente affresco di "Potere e civiltà" ricostruisce l'origine di questo processo, collocandola nei meccanismi di feudalizzazione dell'Europa medievale e nella costruzione del grande edificio politico delle monarchie nazionali.
Di Norbert Elias (1897-1990) il Mulino ha pubblicato: "La società di corte" (1980), "La solitudine del morente" (1985), "Saggio sul tempo" (1986), "Humana conditio" (1987), "Coinvolgimento e distacco" (1988), "Il processo di civilizzazione" (1988), "Sport e aggressività" (con E. Dunning, 1989), "La società degli individui" (1990), "Mozart. Sociologia di un genio" (1991), "I tedeschi" (1991), "La teoria dei simboli" (1997), "Tappe di una ricerca" (2001), "Strategie dell'esclusione" (con J.L. Scotson, 2004).
Usare le posate per mangiare, evitare di sputare nel piatto, soddisfare in privato i bisogni fisici ci sembrano comportamenti del tutto naturali. Ma sono davvero tali o sono invece il risultato dell'evoluzione culturale? Elias mostra, sulla base di fonti spesso curiose come i galatei, che anche le forme di convivenza più ovvie e quotidiane hanno alle spalle un processo di genesi storica. Le "buone maniere" cominciano ad affermarsi alla fine del Medioevo, con l'avvento della società di corte, una sorta di laboratorio dove si perfezionano tecniche di autodisciplina degli impulsi spontanei - per lo più smodati e violenti - cui i liberi cavalieri medievali potevano dare incontrollata soddisfazione. Si costruiscono così quei codici di comportamento, destinati col tempo a diffondersi in tutta la società, che saranno di fondamentale importanza nello sviluppo dell'età moderna. Ma il "processo di civilizzazione" non è affatto concluso: forse i posteri troveranno rozze e sorprendenti le nostre abitudini più raffinate.
Il volume si compone di oltre trenta scritti di Elias, parte raccolti per la prima volta in volume e inediti in Italia, parte estratti dal corpus già edito delle opere. Ogni scritto ha una dettagliata introduzione dei curatori, che lo colloca nel tracciato biografico e intellettuale di Elias. Gli scritti vanno dal 1920 al 1990, e individuano quattro fasi fondamentali nella sua attività: gli anni giovanili (1920-1935) fino alla grande tesi sulla società di corte, il quinquennio dedicato al processo di civilizzazione (1935-40) e, dopo dieci anni di silenzio, l'ingresso nella sociologia accademica inglese (1950-1965) e infine il riconoscimento internazionale degli ultimi decenni.
Usare le posate per mangiare, non sputare nel piatto, soddisfare in privato i bisogni fisici sembrano comportamenti del tutto naturali. Ma sono davvero tali o sono invece il risultato dell'evoluzione culturale?
Il saggio contenuto nel volume traccia un quadro socio-biologico della capacità umana di creare simboli, ridefinendo i confini tra sfera naturale e sfera sociale. La teoria di Elias è dichiaratamente quella di una teoria evolutiva che si propone di superare i tradizionali dualismi filosofici soggetto/oggetto e idealismo/materialismo. Ne scaturisce un'affascinante idea della sociologia come scienza umana unificatrice, capace di integrare i contributi della storia, della psicologia, dell'economia, della scienza politica e dell'antropologia.
Gli splendori di Versailles, gli sprechi di un'aristocrazia al tramonto, le follie dell'etichetta sono spie di una società complessa e fortemente gerarchizzata, in cui il particolare più trascurabile acquistava un significato enorme. Un vestito, una carrozza, un cane non erano un lusso fine a se stesso, bensì una necessità per il cortigiano, uno status symbol che ne accompagnava l'ascesa o la disgrazia. Questo sistema di interazioni aveva il suo punto di equilibrio nel re che esercitava il potere assoluto. Analizzando con rigore la logica interna del "gioco" e la condotta dei "giocatori", Elias ricostruisce le origini e l'evoluzione di un sistema sociale nato in Frnacia, ma affermatosi poi in tutta l'Europa fino alla rivoluzione e oltre.