In un passato ancora prossimo l'identità personale veniva costruita sulle radici, sull'appartenenza a un luogo e sui legami con esso. Oggi tutto questo è ormai sostituito dalla capacità di servirsi, approfittare e anche godere di una mobilità, fisica e virtuale, praticamente illimitata: dal pendolarismo tra mutevoli sedi di vita e di lavoro, al flusso ininterrotto di informazioni globali in rete; dal turismo al consumo crescente di merci de-localizzate; dalla possibilità di comunicare con chiunque praticamente da ogni luogo allo sviluppo di relazioni intime a distanza. Esperienze inedite, che portano con sé benefici straordinari ma anche costi non sempre immediatamente visibili.
Il concetto di sé ha una storia remota e complessa all'interno della storia del pensiero. Nato nell'antichità greca, si è poi variamente connesso al problema ancor piú remoto dell'anima, della sua natura e sostanza, per evolvere successivamente, nel contesto della civiltà cristiana, come questione della persona (anima incarnata, resurrezione della carne¿) e divenire infine, nel pieno dell'età moderna e contemporanea, uno dei problemi centrali della riflessione filosofica: quello della soggettività e dell'identità personale.
In epoca piú recente, il sé si è riproposto sulla scena della riflessione in quella serie di campi spesso antagonisti alla filosofia costituiti dalle scienze umane. Ma non sempre i risultati di tali approcci alla questione dell'individuo sono stati chiari.
Era dunque necessaria una sistemazione organica e coerente delle molteplici elaborazioni prodotte intorno a questo concetto dai vari ambiti della riflessione sociologica, psicologica, culturale oltre che ovviamente filosofica.
È quanto fa nel suo libro Anthony Elliott, fornendoci un'efficace introduzione alle discussioni intorno a questo tema fondamentale della contemporaneità.
Oltre che ricostruire le principali teorie affermatesi nel corso del XX e agli inizi del XXI secolo da Goffman a Giddens, da Freud a Reich, a Kohut, da Marcuse a Lasch, da Foucault a Bauman, la ricognizione di Elliott è sempre attenta a delineare i contesti della cultura e delle problematiche politiche con cui gli individui hanno inevitabilmente a che fare nel momento in cui tentano di definire se stessi e le proprie instabili, multiple identità.