"Non in fretta si legga il libro dell'Efesio Eraclito. Stretta la via, difficile il passaggio. Profonda notte e oscurità. Ma se è guida un iniziato ai misteri, più del sole fulgente è limpido." Così raccomandava, e metteva in guardia, un anonimo antico. Quella di Eraclito è infatti una tra le più enigmatiche, ma anche più ricche di stimoli, opere filosofiche che siano mai state scritte. Questa nuova edizione si avvale di una traduzione e di un apparato critico che, in modo rigoroso e originale, mette in luce i rapporti di Eraclito con la tradizione orfico-dionisiaca greca e il pensiero e le religioni orientali.
"Non in fretta si legga il libro dell'Efesio Eraclito. Stretta la via, difficile il passaggio. Profonda notte e oscurità. Ma se è guida un iniziato ai misteri, più del sole fulgente è limpido." Così raccomandava, e metteva in guardia, un anonimo antico. Quella di Eraclito è infatti una tra le più enigmatiche, ma anche più ricche di stimoli, opere filosofiche che siano mai state scritte. Questa nuova edizione si avvale di una traduzione e di un apparato critico che, in modo rigoroso e originale, mette in luce i rapporti di Eraclito con la tradizione orfico-dionisiaca greca e il pensiero e le religioni orientali.
Come racconta Diogene Laerzio, Eraclito era "un animo grande, sdegnoso e malinconico". In rotta con i propri concittadini, passava il tempo giocando agli astragali coi fanciulli nel tempio di Artemide ad Efeso; e poi se ne andò a vivere sui monti, infastidito dagli uomini, nutrendosi soltanto di erbe e di piante selvatiche. Di lui restano i frammenti, che la collana "Scrittori greci e latini" presenta nella straordinaria, insieme incandescente e marmorea, traduzione di Carlo Diano. "Il tempo è un bimbo che gioca, con le tessere di una scacchiera : di un bimbo è il regno"; "Connessioni: intero e non intero, convergente divergente, consonante dissonante: e da tutte le cose l'uno e dall'uno tutte le cose"; "Il divino è giorno notte, inverno estate, guerra pace, sazietà fame: e si muta come il fuoco"; "Una è la sapienza, conoscere la mente che per il mare del Tutto ha segnato la rotta del Tutto" ; "I confini dell'anima vai e non li trovi, anche a percorrere tutte le strade" ; "Se non spera non troverà l'insperato: non v'è ricerca che vi conduca ne via".
Per Eraclito, l'universo ha il suo principio nella coincidenza degli opposti: intero e non intero, convergente e divergente, consonante e dissonante; e l'unica realtà consiste nell'armonia, dialettica e dinamica, degli opposti, che dall'uno torna all'altro e dall'altro torna all'uno. Questa intuizione dell'universo egli la rese per mezzo di alcuni grandi simboli, come il fiume, il fuoco, l'arco, la lira; e in uno stile meraviglioso, ora così tagliente e luminoso da abbagliare la vista, ora tenebroso e indecifrabile, ma ugualmente attraente: uno stile rispetto al quale quello del più incantevole Nietzsche sembra lo stile di un facitore di banalità domenicali.
Indice - Sommario
Premessa
Nota biografica
bibliografia
TESTO E TRADUZIONE
Avvertenza
I frammenti
LE TESTIMONIANZE
COMMENTO AI FRAMMENTI
Tavola di concordanza
Indice delle parole greche
Prefazione / Introduzione
Dalla Premessa
Questo è il primo volume della collana "Scrittori greci e latini" che appare senza prefazione: come un bellissimo "torso" riportato alla luce e restaurato con discrezione. La ragione è dolorosa. Carlo Diano aveva accettato di curare, per la nostra collana, un'edizione dei "Frammenti" e delle "Testimonianze" di Eraclito. Quando morì, il 12 dicembre 1974, il suo lavoro non era ancora compiuto. Diano aveva stabilito implicitamente un testo critico, riordinato e tradotto i frammenti e le testimonianze, commentato ampiamente i frammenti 1-14, illustrando di passaggio molti fra quelli successivi, istituendo legami e connessioni, tracciando la trama sia pure esile di un commento futuro. Chi vide allora il "torso" del suo lavoro, ritrovò in queste pagine le doti migliori di colui che aveva scritto "Forma ed evento": una geniale immaginazione filosofico-mitica, un estremo scrupolo filologico, una tensione formale che fa di lui uno dei massimi saggisti italiani del nostro secolo - e, dietro a tutto questo, lo slancio ardente di una caritas che né la filologia né la filosofia né la forma né forse nulla di umano bastavano ad appagare. La traduzione ci sembrò di una felicità meravigliosa: come se il greco e l'italiano facessero uno, come se il vecchio, oscuro, "malinconico" Eraclito fosse rinato tra noi, reincarnato in una lingua diventata miracolosamente la sua, con i suoi scorci così taglienti e luminosi da abbagliare la vista o avvolti in una tenebra inesplicabile ma per noi non meno affascinante e ispiratrice. Ci dicemmo che un simile lavoro non poteva restare inedito. Non si trattava certo di aggiungere al commento di Diano un "altro" commento: ma di rendere esplicito tutto ciò che era già implicito negli studi precedenti, nelle sue prime note e nello stesso ordinamento del materiale; e poi di informare con intelligenza sulla condizione e i risultati della ricerca nei casi che Diano non era giunto ad illuminare, e di proporre, dov'era opportuno, nuove soluzioni. Il lavoro venne affidato a Giuseppe Serra, assistente di Diano, che gli fu molto vicino negli ultimi anni della sua vita. Egli è anche l'autore dell'apparato critico, della tavola delle concordanze, della succinta nota biografica e dell'indice delle parole greche.
La Fondazione Lorenzo Valla