"Questo libro è una pura delizia. Una Lolita dai ritmi più cinematografici, un giovane Holden sullo sfondo della guerra del Golfo: può far pensare a tanti antenati letterari ma fondamentalmente ha la sua voce, fresca, ironica, sorprendente, irritante. È la voce di Jasira, tredicenne mandata a vivere a Houston con il padre libanese, che si ritrova a fare i conti con il suo corpo che cresce troppo in fretta e fa uno strano effetto agli uomini. Tra la scuola che non le piace e la casa che al pomeriggio è troppo vuota, travolta dai suoi orgasmi e manipolata da un vicino che potrebbe essere suo padre e sarà il suo primo seduttore, Jasira scopre il sesso, muovendosi in territorio sconosciuto, e non ha nessuno che l'aiuti a fare il punto sulla mappa. Potrebbe essere un disastro ma c'è Melina, la vicina incinta e già piuttosto materna, e allora si può cominciare a sperare nel futuro e nell'amore, che è poi quello che tutti, Jasira per prima, cerchiamo." (Cristina De Stefano).
"Il fidanzato di mia madre si è preso una cotta per me e lei mi ha mandato a vivere con papà". Come i lettori hanno modo di scoprire fin dalla prima riga, Jasira, l'adolescente protagonista di questo romanzo, tende a saltare i preliminari. Ma forse sa che non esiste un modo piacevole, o garbato, o indolore, per dire quello che ha da dire: quindi lo dice e basta. E ci parla di papà, appunto, un ingegnere spaziale che lavora a Cape Canaveral ma ha nel sangue, e nelle mani, la violenza del Medio Oriente da cui proviene; del signor Vuoso, patriottico e muscoloso vicino di casa e collezionista di "Playboy", dei compagni di scuola che la chiamano "beduina", di giochi che un tempo si sarebbero detti proibiti e di molto altro ancora.