Un libro scritto sotto forma di racconto autobiografico, in cui Guardini narra la sua vita intrecciando riflessioni desunte dai suoi testi a spunti dell'autrice, amica del suo ultimo nipote. Giuliana Fabris ha voluto mantenere lo stile di dialogo con il presente, lo stesso in cui Guardini preparava le sue opere e le sue omelie, costruendo un dialogo con il paese di Isola Vicentina. Queste pagine raccontano la formazione di un grande uomo che nel '900 ha testimoniato la Chiesa, un grande cristiano che visse l'Incarnazione e la continua presenza liberante di Dio in funzione dei popoli. Un testo nato dallo studio dei diari e dell'autobiografia di Guardini e dalle lettere presenti negli archivi del Centro Studi Romano Guardini di Isola Vicentina, nonché dalla quasi ventennale frequentazione dell'autrice di Isola Vicentina e della famiglia Guardini.
Contenuto
Il presente lavoro intraprende il tentativo di esaminare lo sguardo del grande teologo e filosofo verso la donna e soprattutto la sua tesi del contrasto rispetto al vivente concreto nelle tradizioni dei progenitori della Genesi. Questa attraente riflessione metodica estrae da testi conosciuti sfumature sconosciute. Si dimostra con questo tentativo che è possibile portare avanti il fecondo dialogo della filosofia e della teologia che costituisce da sempre una particolare qualità dell’interpretazione cristiana dei grandi ed inesauribili racconti della Bibbia. Anche a Guardini, il cui rinascimento è già iniziato nella sua terra natale, bisogna rendere un servizio, ovvero leggerlo al di fuori dei semplici confini specifici. A Guardini, che in continuazione superava le discipline della teologia, della filosofia e della letteratura, un’applicazione viva del suo pensiero sul contrasto (Gegensatz) su un tema così eccellente, avrebbe fatto sicuramente piacere. (Dalla Prefazione di Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz)