Personalità forte,capace di grandi emozioni e di sentimenti intensi,Paolo è lucido nel pensiero, intransigente sui principi, dotato di grande capacità organizzativa. Il libro di Fabris rappresenta una vera introduzione per tutti a Paolo. L’autore presenta in generale le lettere,gli Atti degli Apostoli,i testi apocrifi e altri documenti, la cronologia; tratteggia il suo profilo umano e la sua vocazione (II e III capitolo), racconta il “servizio sacro” del Vangelo, i suoi viaggi e l’evangelizzazione;sintetizza le radici e le forme del pensiero teologico di Paolo e del suo modo di leggere la Bibbia.
AUTORE Rinaldo Fabris,nato a Pavia di Udine nel 1936,laureato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma,è docente di esegesi del Nuovo Testamento allo Studio Teologico di Udine.Autore di numerosi commentari biblici,di articoli e studi monografici di storia dell’esegesi,di teologia e di spiritualità biblica,è attualmente presidente dell’Associazione Biblica Italiana (ABI).
Per accingersi a scrivere una biografia di Paolo, bisognerebbe poter rispondere,in primo luogo,ad alcune domande basilari.Ad esempio:Dove e quando è nato? Chi sono i suoi genitori? Che cosa ha fatto da piccolo? Qual è stata la sua formazione? Negli Atti degli apostoli, la seconda opera dell’evangelista Luca, si trovano molte informazioni sull’attività missionaria di Paolo,protagonista della seconda parte del suo racconto,dedicato alla ricostruzione del primo trentennio cristiano.Luca non dice nulla né delle origini né della morte di Paolo.La sua narrazione si chiude quando Paolo arriva a Roma dopo una avventurosa traversata del mar Mediterraneo. Egli dice che nella capitale dell’impero “Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso a pigione e accoglieva tutti quelli che venivano a lui, annunziando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento” (At 28,30-31). Paolo-Saulo si presenta sulla scena della morte di Stefano.Paolo,idealmente,riceve il “testimone” della fede dal primo martire cristiano,Stefano. “La nascita di Paolo,come testimone e inviato di Gesù Cristo, avviene nelle doglie del parto della prima Chiesa che esce dalle strutture giudaiche per avventurarsi nel mondo dei popoli”. (Rinaldo Fabris)
Il protagonista del dramma spirituale che parte da Dio e incrocia la storia umana nel suo aspetto più umile e fragile, indicato dal termine carne, è la Parola, identificata con Gesù Cristo, il Figlio unigenito del Padre.
La Lettera cattolica posta sotto il nome di Giacomo ha una storia travagliata a partire dalla sua recezione nel canone delle scritture cristiane. Il primo scrittore che la menziona come testo sacro è Origene, ma agli inizi del IV secolo Eusebio di Cesarea la ritiene ancora «non autentica». Solo nel sinodo romano del 382 e nei sinodi africani di Ippona (393) e Cartagine (397) è riconosciuta come scritto canonico. Lutero ne contesta l’origine apostolica e il concilio di Trento ne ribadisce la piena canonicità. Passate in secondo piano le discussioni circa il rapporto tra Paolo e Giacomo sul tema della relazione fede-opere, in epoca recente la Lettera di Giacomo resta comunque al centro di un vivace dibattito che riguarda non solo la sua origine storica (autore, destinatari, occasione, scopo…), ma soprattutto il suo genere letterario, la struttura del testo e il suo messaggio teologico.
Il piccolo testo di Giacomo costituisce un vero laboratorio per l’ermeneutica biblica e lo sviluppo del pensiero cristiano. Documentando la fecondità del radicamento dell’esperienza cristiana nella tradizione biblica e giudaica del I secolo, può essere da stimolo al dialogo ebraico-cristiano anche nel tempo attuale. L’innesto del discorso di Giacomo nell’ambiente culturale greco-romano sollecita inoltre a promuovere anche nel nostro tempo un progetto etico sulla base dei valori umani condivisi.
L’introduzione e il commento forniti dall’autore si offrono come un significativo contributo allo studio di questa piccola perla del Nuovo Testamento.
Sommario. Introduzione. 1. «Siate perseveranti nelle prove» (Gc 1,1-18). 2. «Ascoltate e attuate la parola» (Gc 1,19-27). 3. Compite la ‘legge regale’ (Gc 2,1-13). 4. «La fede senza le opere è morta» (Gc 2,14-26). 5. «La lingua infiamma la ruota dell’esistenza» (Gc 3,1-12). 6. «La sapienza dall’alto è pura» (Gc 3,13-18).
7. «Umiliatevi davanti al Signore» (Gc 4,1-12). 8. «E ora a voi, ricchi!» (Gc 4,13-5,6). 9. «Rinfrancate i vostri cuori» (Gc 5,7-2). Bibliografia.
Note sull’autore
Rinaldo Fabris è presidente dell’Associazione Biblica Italiana e dal 1995 dirige Rivista Biblica, strumento scientifico dell’Associazione. Noto sia come studioso sia come divulgatore, presso le EDB ha pubblicato: Lettera di Giacomo e Prima lettera di Pietro. Commento pastorale e attualizzazione (1980), Attualità della lettera agli Ebrei (1985), La Bibbia nell’epoca moderna e contemporanea (ed.) (1992), La tradizione paolina (1995), Lettera ai Filippesi - Lettera a Filemone. Introduzione, versione, commento (2001).
Una versione aggiornata nei contenuti e nella forma editoriale del fortunato commento pastorale al Vangelo di Luca de I Vangeli". " Una nuova edizione e una nuova veste editoriale del commento al Vangelo di Luca che, pur conservando i criteri e la metodologia della prima edizione (1975) contenuta nel volume I vangeli" (oggi siamo alla nona edizione con 50.000 copie vendute), e stata completamente revisionata. Il testo, completamente riscritto, tiene presenti le ipotesi interpretative piu sicure e gli apporti esegetici piu significativi per la comprensione attuale. E' inoltre arricchito da brevi percorsi tematici utili all'utilizzazione personale ed ecclesiale del messaggio lucano. Ne risulta un commento lineare e accattivante di uno dei piu prestigiosi biblisti italiani. "
Rispetto alle grandi Lettere ai Romani e ai Corinzi lo scritto ai Filippesi e quello a Filemone (un biglietto di soli 25 versetti) fanno parte del gruppo delle Lettere minori del 'corpus' paolino. Ma, nonostante le loro più modeste proporzioni, sono al centro dell'attenzione e del dibattito degli studiosi.