Un viaggio tra i capisaldi del pensiero (e della mistica) del Novecento che insegna la libertà e la profondità dell'esistenza, i ritratti di testimoni indimenticabili, che continuano a regalare molte risposte e ancora più numerose domande a noi, donne e uomini di oggi. Dal teologo protestante Dietrich Bonhoeffer al vescovo dei poveri Oscar Romero, dall'indimenticabile don Milani a Hannah Arendt. E ancora: Dorothy Day, Madeleine Delbrêl, Antonietta Giacomelli, Etty Hillesum, Primo Mazzolari, il cardinale John Henry Newman, David Maria Turoldo. E l'immensa Simone Weil, l'indomabile.
È stato rapido il passaggio dal tempo in cui l'esistenza di Dio e la fede erano considerate ovvietà al tempo del dubbio, dell'indifferenza, della fatica di credere che stiamo vivendo. Si può ancora credere in Dio? Quale fede è possibile oggi? Che cosa significa, in fin dei conti, "credere"? I due autori propongono itinerari diversi per interrogare la fede: l'una (Ester Abbattista) si addentra nelle pagine bibliche, l'altro (Marcello Farina) indaga il clima culturale odierno. Ne risulta un dittico vivace, ricco di luci e di ombre, di figure ben distinte e di altre dai contorni più sfumati. Prevalgono le figure in movimento perché, per la biblista come per il filosofo, la fede è esperienza di un cammino, lungo il quale si sperimentano solidità e fragilità, abbandono pacificante alla fedeltà di Dio e ritorno del dubbio. Il riconoscere questa condizione può suggerire parole non logore, profondamente umane, umilmente efficaci, per parlare della fede e di Dio anche in questo nostro tempo.
La misericordia: questo il tema scelto da papa Francesco per il Giubileo straordinario. Marcello Farina ci accompagna a scoprire la potenza di questa espressione che diventa per lui la tenerezza accompagnatrice di Dio. Un inno alla tenerezza di Dio che accompagna le donne e gli uomini di ogni tempo nella loro storia. Un inno allo sguardo di un Dio che anziché condannare, ama, anziché giudicare, prende per mano. Se il mondo, anche nella asprezza delle sue contraddizioni, non viene osteggiato come luogo di perdizione e di peccato, ma accolto e amato, la tenerezza diventa allora non soltanto il modo in cui si rende evidente, nella storia, la presenza di Dio nella compagnia degli uomini e delle donne del nostro tempo, ma una accompagnatrice di Dio stesso, ossia un suo attributo irrinunciabile.
Un azzardo forse anche una presunzione, mi hanno spinto a scrivere questo piccolo testo su papa Francesco. Il fatto è che il 13 marzo 2013, nella mite sera dell'elezione del nuovo papa, io sono rimasto incantato, stupito, muto. Mi è sembrato di tornare indietro di decenni, alla sera, altrettanto mite, dell'inizio del Concilio Vaticano II, l'11 ottobre 1962.Papa Francesco mi ha fatto recuperare di colpo una memoria", che era stata per me ragione di vita, come se avessi potuto "rianimare" il tempo perduto all'interno di una Chiesa spesso ostile, permalosa, capace di mettere ai margini, di coltivare l'incomprensione e il distacco".
Con stile brillante e coinvolgente, Marcello Farina va alla ricerca dei frammenti dell'umano che meritano d'essere raccolti, valorizzati, come perle preziose nell'umano esistere. Tappe dell'esistenza come la nascita, le successive età della vita, la morte. Esperienze decisive come l'amicizia, l'amore, le relazioni nella loro fragilità e nella loro potenza. Il mistero del male e della sofferenza. Maestri e testimoni che non hanno subito passivamente l'esistenza ma l'hanno colta come grande opportunità. Farina si muove con la sapienza del filosofo e con la finezza del credente che non si piega su soluzioni scontate: nell'un caso come nell'altro accetta il dubbio come sfida e come compagnia con le donne e gli uomini pensanti.
Dal 6 febbraio 1847 al 19 aprile 1898: appena 51 anni di vita, neppure 30 di sacerdozio, eppure don Lorenzo Guetti - trentino, del Bleggio - ha segnato la sua epoca con la formidabile intuizione della cooperazione a cui ha dedicato ogni suo sforzo, con un'attività pastorale (non sempre appoggiata dai suoi vescovi), sociale, culturale e politica che ha del prodigioso.
In un'epoca di crisi e miseria, è stato il pioniere di una risposta concreta ai bisogni del popolo dei poveri, con intuizioni che si sono tradotte nel tempo in centinaia di cooperative che oggi sono una formidabile realtà economica, soprattutto in Trentino Alto Adige e nel Nord Italia.
Il primo capitolo, "Terra madre", è dedicato all'opera sociale di Guetti per la trasformazione del suo Trentino. Il secondo, "Terra straniera", è incentrato sul dramma delle tre diverse emigrazioni, su cui Guetti conduce una vera e propria, storica inchiesta: l'emigrazione stagionale (invernale) per riuscire a pagare le tasse al governo austriaco; l'emigrazione verso il Nord Europa per la costruzione delle strade ferrate; e l'emigrazione transoceanica, verso l'America, e in particolare l'Argentina. Il terzo, "Terra matrigna", è dedicato al Tirolo, che per tutto l'Ottocento non discute neppure un'autonomia del Trentino che parla italiano, mentre don Lorenzo - con il motto di "Dio e Patria", rivendica con forza l'educazione alla democrazia dal basso, per costruire dalle urne una società veramente democratica. Infine il quarto capitolo, "Terra promessa", racconta la straordinaria opera di emancipazione economica e sociale svolta da Guetti negli ultimi anni della sua vita, da cui nacquero le prime famiglie cooperative, le casse rurali e le loro reti.
Una straordinaria pagina di storia "popolare", raccontata dallo storico e teologo Marcello Farina - conterraneo di Guetti - con appassionata partecipazione, e una tensione narrativa che conquista il lettore.
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"La speranza è fame di nascere del tutto, di portare a compimento ciò che portiamo dentro di noi solo in modo abbozzato. La speranza è la sostanza della nostra vita". In questo splendido pensiero della grande filosofa spagnola Maria Zambrano sta il messaggio di questa avvincente raccolta di riflessioni sui grandi temi della vita che Marcello Farina, dedica a tutti coloro che cercano "pienezza di umanità". Perché "questa è la nostra fortuna, questo è il nostro tormento: inadattabili e mai nati interamente, siamo chiamati a crearci il nostro mondo, il nostro posto, a partorire incessantemente noi stessi e la realtà che ci ospita". Da Kierkegaard a Levinas, da Nietzsche a Bauman, il pensiero filosofico diventa in questo libro ben di più di un'avventura intellettuale: una chiave che apre le porte della vita. Un libro per tutti, profondo e semplice, che aiuta a vivere, come dovrebbe fare la buona filosofia.
Dedicato ai cercatori della Luce, a chi non si rassegna al buio della morte e continua ad esplorare il senso della Vita.
L'autore di "Filosofia per tutti" - un manuale per la vita piena e felice, libro amatissimo dai lettori di tutte le età - con stile accattivante, fecondando il riferimento ai testi evangelici con passaggi poetici e riflessioni filosofiche, propone, dopo il libro sulla "grammatica della speranza" dedicato al Natale, un testo che accosta con particolare profondità l'evento pasquale.
L'autore di "Filosofia per tutti" - un manuale per la vita piena e felice, libro amatissimo dai lettori di tutte le età - con stile sapienziale, incrociando e contaminando testi biblici, riferimenti poetici e riflessioni filosofiche, propone un singolare avvicinamento all'evento religioso del Natale cristiano. L'Avvento diventa, in tal modo, un'attesa insieme inquieta e partecipe della grande e sorprendente speranza della nascita di Gesù di Nazareth. Il testo di Marcello Farina è una vera e propria guida che, giorno dopo giorno, fa gustare i momenti dell'attesa e quelli del compimento. In tal modo Avvento, Natale ed Epifania escono dal ritualismo religioso fine a se stesso e s'oppongono all'uso consumistico della grande festa cristiana. Leggendo queste pagine il credente ritroverà una freschezza inedita per la propria vita di fede e il cercatore di Dio si sentirà interrogato nel profondo. E la virtù inattuale della speranza troverà un proprio inatteso significato, per una vita meno intristita dalla banalità.
Si tratta di “editoriali evangelici” pubblicati settimanalmente su un giornale “laico” come “L’Adige”, il principale quotidiano del Trentino. E – come sottolinea il direttore del giornale, Paolo Ghezzi – don Farina ha trovato il registro giusto per inserire e collegare le sue riflessioni sulla Parola alle altre “parole” che quotidianamente riempiono un giornale.
L’autore utilizza un linguaggio comprensibile e “quotidiano” per commentare i Vangeli.