Data di pubblicazione: Novembre 2008
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Nel 1848, l'anno delle rivoluzioni, Gustav Theodor Fechner, fisico e filosofo, contesta audacemente la rigida gerarchia che colloca gli esseri viventi - uomini animali e piante - su una scala discendente, dai superiori agli inferiori, ponendo questi ultimi al servizio dei primi: "Perché non ci dovrebbero essere, oltre le anime che camminano, gridano, mangiano, anche anime che silenziosamente fioriscono e spandono odori?". Muovendo dalla concezione panpsichista dell'universale animazione della natura, Fechner procede attraverso osservazioni scientifiche, confutazioni logiche e, all'occasione, provocazioni: in fondo anche "le piante si nutrono degli uomini e degli animali", ovvero dell'anidride carbonica prodotta dai polmoni e degli effetti della decomposizione. Ma il suo intento non è sovvertire, bensì ricondurre a unità. Acquistano allora sommo valore l'analogia, la poesia come strumento di conoscenza, come "natura che si fa strada attraverso le idee di cui l'istruzione ci ha artificialmente imbevuti". E il lettore, irretito dalla profondità speculativa, dalla preveggenza scientifica, dalla nitidezza di questo libro, non potrà non riconoscere in Fechner uno dei più grandi tra quei filosofi romantici della natura che avrebbero avuto una decisiva influenza, per esempio su Jung.
Nel 1848, l'anno delle rivoluzioni, Gustav Theodor Fechner, fisico e filosofo, contesta audacemente la rigida gerarchia che colloca gli esseri viventi - uomini animali e piante - su una scala discendente, dai superiori agli inferiori, ponendo questi ultimi al servizio dei primi: "Perché non ci dovrebbero essere, oltre le anime che camminano, gridano, mangiano, anche anime che silenziosamente fioriscono e spandono odori?". Muovendo dalla concezione panpsichista dell'universale animazione della natura, Fechner procede attraverso osservazioni scientifiche, confutazioni logiche e, all'occasione, provocazioni: in fondo anche "le piante si nutrono degli uomini e degli animali", ovvero dell'anidride carbonica prodotta dai polmoni e degli effetti della decomposizione. Ma il suo intento non è sovvertire, bensì ricondurre a unità. Acquistano allora sommo valore l'analogia, la poesia come strumento di conoscenza, come "natura che si fa strada attraverso le idee di cui l'istruzione ci ha artificialmente imbevuti". E il lettore, irretito dalla profondità speculativa, dalla preveggenza scientifica, dalla nitidezza di questo libro, non potrà non riconoscere in Fechner uno dei più grandi tra quei filosofi romantici della natura che avrebbero avuto una decisiva influenza, per esempio su Jung.