«Come si arriva a Trapananda?» domanda un personaggio del libro "Patagonia Express" di Luis Sepùlveda. E come si arriva ad Atlantide, alla caverna di Ali Babà, a Camelot o a Narnia? «Con pazienza, amico» è la risposta, «con molta pazienza.» Infatti, come tutti i luoghi immaginari della letteratura, nessuno è segnato sulla mappa. Ma questo non li rende meno reali: ciascuno ha nutrito per anni, o addirittura per secoli, la vita interiore dei suoi lettori. Nel "Dizionario dei luoghi letterari immaginari" Anna Ferrari ne raccoglie moltissimi: sono isole del giorno prima, collocate oltre i limiti dello spazio o del tempo; paesi del tutto simili a quelli esistenti ma anche città perdute o invisibili; caverne e palazzi sotterranei così come asteroidi alieni e metropoli galleggianti nell'aria; giardini dai sentieri che si biforcano e terre di mezzo abitate da nani, elfi e draghi. Questo dizionario è un vero e proprio elogio della fantasia e del genio letterario e, pagina dopo pagina, disegna una vasta, sorprendente mappa della creatività occidentale.
L'antichità classica ha lasciato la propria indelebile impronta nella nostra cultura, nella lingua, nell'arte e nella letteratura, ma la sua influenza è avvertibile anche in cucina. Nonostante le abitudini culinarie si siano modificate nel corso dei secoli, infatti, ancora oggi la cucina tradizionale mediterranea riprende alcuni ingredienti e procedimenti già in uso fra Greci e Romani. Ce lo dicono i miti, nei quali spesso si parla di cibo: dai banchetti omerici a base di carni arrostite ai cereali simboleggiati dalle bionde chiome di Demetra, dal prodigioso orto di Alcinoo, re dei Feaci, all'importanza di piante quali l'olivo e la vite, i cui frutti compaiono in innumerevoli racconti. Anna Ferrari, studiosa di mitologia, offre un esauriente quadro dell'alimentazione degli antichi, curiosando tra racconti e leggende che hanno a che fare con il cibo - dal più insolito (l'ambrosia degli dèi, la luculliana cena di Trimalcione) al più comune (i legumi bolliti e i fichi secchi offerti alle divinità in incognito da Filemone e Bauci) - e spiegando quali fossero effettivamente le abitudini alimentari in Grecia e a Roma. Accompagna la trattazione un'ampia sezione di ricette, alcune tratte direttamente dalle fonti antiche (non mancano le citazioni, in modo che si possa godere di brevi racconti mitologici anche mentre si cucina), altre ricavate dalla tradizione sudeuropea e basate su ingredienti dell'antichità. Prefazione di Valerio Massimo Manfredi.
Una raccolta di ritratti di donne eccezionali che in modi diversi hanno dato, nelle loro opere e con le loro vite, una personale interpretazione del senso dell'altro, dello spirituale, di quel qualcosa di più che sottintende l'aspirazione a un mondo di armonia e bellezza. In "Donne dal cielo" la femminilità è percepita non come valore assoluto, ma come intuizione, capacità di donarsi, di lottare, di non arrendersi.