"Il debito pubblico italiano non ha niente a che vedere con la spesa pubblica, e men che meno con la spesa sociale. Il debito pubblico del nostro paese si è gonfiato a causa degli interessi da usura pagati dallo Stato agli speculatori. Esso, infatti, è aumentato repentinamente a partire dal 1991, quando (l'allora ministro del Tesoro decise, insieme al governatore della Banca d'Italia, di rendere autonoma la Banca d'Italia, obbligando così lo Stato a finanziare il proprio debito attraverso i mercati finanziari. A partire da quella data gli interessi pagati dallo Stato sono schizzati alle stelle e con essi il debito, che dal 60% è passato al 120% in pochi anni. Eppure, l'esplosione del debito pubblico è diventata l'argomento per giustificare politiche di tagli e austerità. Così, dal 1992 la spesa pubblica è stata continuamente ridotta producendo il seguente risultato: se si escludono gli interessi, la spesa dello Stato è minore delle entrate. E in questi trent'anni lo Stato è diventato una gigantesca idrovora che prende i soldi dalle tasche dei cittadini e li sposta nelle tasche degli speculatori e della rendita finanziaria. Questo libro chiarisce i termini della truffa e indica come uscirne".
Dai bastimenti alle carrette del mare
Una sfida europea e un modello italiano all'integrazione
Il contributo dell'immigrazione alla vita e alla ricchezza del Paese
Un viaggio nelle politiche dell'immigrazione con Paolo Ferrero, Ministro per la solidarietà sociale, alla scoperta delle innumerevoli facce di un fenomeno di grandissima portata culturale, politica, sociale.
Un libro che "pensa positivo" e getta una luce nuova su un fenomeno troppo spesso associato alle emergenze sociali, economiche, della sicurezza.
Dalla quarta di copertina
Una conversazione con il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero a partire dall'emigrazione italiana all'estero e la migrazione interna per approdare alla recente immigrazione straniera, alle politiche incentrate sulla sicurezza e quelle di solidarietà e integrazione sociale, agli stereotipi, l'intolleranza e la xenofobia, ai principi e i modelli europei fino agli assi portanti del disegno di legge Amato-Ferrero.
Al di là degli esiti concreti dell'azione del governo Prodi in questa materia, di una cosa può essere certo anche chi ha riferimenti politici differenti dai suoi: il ministro, l'uomo, il cittadino, il credente Paolo Ferrero è sicuramente all'altezza del delicato compito di indirizzo e gestione della questione immigrazione.
Da lui, e queste pagine lo dimostrano, ci si può attendere rigore dei principi, passione civile ma anche una decisa competenza e una approfondita conoscenza.
Vale a dire, quello che ci si aspetterebbe sempre da una buona politica.
Luigi Ciotti