Questo volume di Figal costituisce uno dei più significativi contributi dati negli ultimi anni allo sviluppo della tradizione filosofica ermenutico-fenomenologica.
"Se l'ermeneutica filosofica è una nota a piè di pagina di Platone, felicemente indovinata, diventa allora chiaro una volta per tutte che non si tratta di una disciplina specifica dedicata ad un ambito di oggetti limitato. L'ermeneutica filosofica è in realtà filosofia ermeneutica. Contrariamente alle diverse varietà di 'pensiero postmetafisico', l'ermeneutica non incontra alcuna difficoltà con la tradizione risalente a Platone ed anzi, ne è debitrice e vorrebbe proseguirla. Il che non può avvenire attraverso una conservazione museale e neppure attraverso una restaurazione annunciata con "pathos" fondativo, bensì soltanto nel voler-comprendere, nel dire nuovamente e, in modo diverso, qualcosa che solo in questo modo appare identico. La filosofia ermeneutica vuole trattare il senso del comprendere e corrispondervi ".
Socrate è stato il primo filosofo a sottrarre la filosofia all'esclusiva dimensione metafisica per metterla a contatto con la concreta esperienza umana. L'ha condotta quindi a riflettere sulla vita e sui costumi, sul bene e sul male. Il volume ricostruisce il pensiero del filosofo ateniese attraverso i temi della religiosità, della filosofia, della politica e del rapporto tra la filosofia e la vita. Sullo sfondo, un'esemplare vicenda umana: la vita, tutta ispirata al rigoroso ossequio delle leggi, e la morte, seguita ad una condanna ingiusta, che da sempre rappresentano, nella cultura occidentale, il modello stesso della serena fermezza del saggio.