"L'idillio e il dramma" rappresentano la cifra costruttiva di un'opera che, proiettata su Civita di Bagnoregio, la "città che muore", rifonda il significato dei due termini, caratterizzandolo su quello che Tecchi, tra crete e burroni, qualificò come il "senso di orrido grandioso tragico che s'accoppia con un'impressione strana d'intimità e dolcezza": un immaginario che condurrà alla complementarità delle due voci. L'una sotto gli echi di Grillparzer, coinvolta a custodire la radiografia delle origini, l'altra, su istanza di Goethe, sollecitata a fissare le regole di una consacrazione al pericolo.