Il libro analizza il rapporto fra Michelangelo Buonarroti, il gruppo di riformatori capeggiati dal cardinale inglese Reginald Pole e Vittoria Colonna, sullo sfondo della Roma di Paolo III, attraverso l'analisi dei disegni di Pietà e Crocefissione realizzati per l'amica poetessa ma anche delle statue della tomba di Giulio II in San Pietro in Vincoli. Accanto ad essi vengono esaminati anche due piccoli dipinti che ebbero grande diffusione fra gli "spirituali", due prototipi di Pietà e di Crocefissione, che si ritengono, per la prima volta, eseguiti sotto la diretta supervisione di Michelangelo. Tale acquisizione finisce con incrinare però una consolidata tradizione critica, secondo la quale egli avrebbe preferito affidare al solo disegno e alle sue ultime sculture la grandezza del suo tormentato animo di uomo e di artista.