Attraverso una personale esegesi condotta sugli scritti e sull'universo simbolico di Elisabetta della Trinità, padre Fornara scava in quella ricerca del Volto di Dio che è stata progetto e programma centrale della Santa fin dagli anni della sua vita laicale, già prima del suo ingresso al Carmelo di Dijon (1901). Il percorso seguito fino agli ultimi momenti dell'esistenza terrena della Santa (1906), ci consegna l'immagine di una donna volitiva, tenace, che desidera con ardore e senza posa essere "casa di Dio", vivendo, in attesa del "facciaa faccia eterno", nel "cielo della fede", al centro della propria anima.
Il tuono del silenzio, come da titolo, è una trama intessuta con due fili: il tuono, che è suono e frastuono, e il silenzio, la parola taciuta, misteriosa, da decifrare. Costruito intorno a un ossimoro, che ingloba cielo e terra, è specchio della nostra umanità, con tutte le sue ferite e contraddizioni (i personaggi fittizi ne sono un fedele riflesso), o di chi ci plasma e ci lavora (la Vita, la Natura, Dio). In una nota preliminare al testo, l'autore avverte: "In ebraico, il sostantivo 'voce' può essere tradotto anche con 'suono' e con 'tuono', soprattutto in contesti teofanici".
Sandali, polvere di coriandoli, riferimenti invisibili, porti lontani, sono solo alcuni dei simboli che in queste liriche ritraggono un'umanità in cammino verso l'ignoto. Dal grande palcoscenico della vita, P. Roberto Fornara osserva l'uomo pellegrino a se stesso, anelante certezze ma assalito dal dubbio, in cerca di riposo ma costretto ad avanzare in un percorso costellato di traguardi. Eppure la strada - rincuora l'autore - apre varchi alla possibilità di un Incontro, che è Presenza capace di alleviare la fatica del viaggio. Nel mentre, in bilico fra tempo ed eterno, riposano passato e presente, memorie personali e vicende collettive, frammenti di Liguria e immensità di spazi. Di metafora in metafora, "Sentieri in penombra" segna l'approdo al proprio sé: insegna che la fede portando più lontano l'io riporta più dentro di noi, in una casa cercata altrove eppure così vicina e definitiva.
Contemplare è gustare la dolcezza della Parola, gioire della Parola. La lectio divina è il rinnovarsi della gioia per l’incontro con l’Amico, con lo Sposo. Non è una gioia superficiale, ma la possibilità di abbeverarsi alle sorgenti della Vita: è gustare una Bellezza che rigenera. Il frutto maturo della contemplazione è la trasformazione dell’orante nel tempio vivo che custodisce e comunica la Parola di vita: «non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20). La contemplazione, poi, coincide con l’evangelizzazione, perché il cammino fedele e costante della lectio divina ha reso l’orante trasparenza e icona del volto di Cristo Signore.
I testi evangelici della Passione di Gesù sono racconti rivolti alla fede dei credenti: il volume suggerisce tracce di lectio divina e di preghiera contemplativa a partire dalla Parola di Dio.
Questo testo raccoglie le testimonianze su Elisabetta della Trinità dai Processi di Beatificazione. Per rendere più agile la lettura, il libro riporta una selezione dei testi più significativi del volume originale francese pubblicato dalla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi. Non si tratta di un documento dal valore storico in senso stretto, ma di un aiuto autorevole e nuovo per comprendere meglio la storia e la spiritualità di Elisabetta.
Uno strumento agile e divulgativo per approfondire la conoscenza di Elisabetta della Trinita, un ottimo esempio pratico di lectio divina, un complemento contemplativo ed esistenziale dell'enciclica di Benedetto XVI sulla carita. Elisabetta della Trinita - di cui ricorre quest'anno il centenario della morte - e universalmente conosciuta come la mistica della presenza di Dio e dell'inabitazione trinitaria. Questo volumetto fa emergere alcuni dei fondamenti essenziali della sua spiritualita: la scoperta e l'esperienza della Trinita come Amore, lo stupore di fronte all'Amore immeritato, eccessivo", del Padre per ogni creatura, la rivelazione in Cristo di questo Amore, l'azione nascosta dello Spirito che radica l'Amore trinitario. "
Il volume presenta, in una veste pratica ed accessibile a tutti i fedeli, il testo e il commento, a cura di Roberto Fornara ocd, di Elevazione della Trinita di Elisabetta della Trinita. Elisabetta della Trinita (1880-1906) e testimone appassionata della presenza di Dio in lei, sia nella vita laicale, sia negli anni trascorsi al Carmelo. Fra i suoi scritti, soprattutto l'Elevazione alla Trinita ha contrinuito a farla conoscere universalmente. Composta nel 1904, questa preghiera e la sintesi e l'apice della sua esperienza trinitaria. La si puo leggere e meditare, quale esempio di riuscita sintesi fra ascesi e mistica, scuola di preghiera e di vita spirituale.
Essere sposa di Cristo! Non e solo l'espressione del piu dolce dei sogni: e una divina realta; l'espressione di tutto un mistero di somiglianza e d'unione. Elisabeth Catez nasce il 18.07.1880 presso il Camp d'Avor (Cher), in Francia. Nel 1882 la famiglia si trasferisce a Digione dove, l'anno seguente nascera la sorellina Marguerite; nel 1887 le due bambine rimangono orfane di padre. Nell'ottobre 1888 Elisabeth viene iscritta al Conservatorio di Digione, dove compira brillantemente i suoi studi musicali. Il 2.08.1901 entra al Carmelo di Digione prendendo il nome di sr. Elisabetta della Trinita, e l'11.01.1903 emette i voti religiosi. Il 21.11.1904 scrive l'Elevazione alla Trinita 'O mio Dio, Trinita che adoro', divenuta ormai celebre. Nella primavera del 1905 si manifestano i primi sintomi di una lunga e dolorosa malattia che la rendera sempre piu conforme al suo amato Cristo crocifisso conducendola alla Luce, all'Amore, alla Vita" il 09.11.1906. E' stata beatificata da Giovanni Paolo II il 25.11.1984. "