«Questo romanzo è tratto da una storia realmente accaduta negli anni '89-'90 in Sicilia. Possiedo documenti, foto, registrazioni e filmati che confermano che questa è "una storia vera". I nomi dei personaggi sono stati sostituiti dall'autore, per rispetto delle persone coinvolte e delle loro famiglie. Per volontà di Mondadori Electa l'età dei personaggi femminili è stata aumentata di anni 10. Invece l'età dei personaggi maschili è stata abbassata di anni 2. Da questo libro verrà tratto un film. Il protagonista sarà il soldato Carlo, mai citato nel romanzo (interpretato da Luca Marinelli). Nel film, Elisa detta "Eli", la fidanzata di Carlo anch'essa mai nominata in queste pagine, è interpretata da Isabella Ragonese. La regia sarà di Matteo Garrone che ha deciso di togliere del tutto il personaggio di Paola. Musiche di Domenico Modugno (citato a pag. 38 del romanzo). Il film sarà girato integralmente in Puglia. Le riprese inizieranno il 6. La produzione non ha ancora deciso il mese. Titolo provvisorio del film Questo non me la conta giusta. Matteo Garrone intervistato da "Ciak" ha detto: "Sono indeciso se portare questo film al festival di Berlino o andare al matrimonio di mio cugino Tommaso a Torino"». Con prefazioni di Valerio Lundini e Maccio Capatonda.
Con i rovesciamenti linguistici e gli aneddoti surreali che l'hanno reso celebre, Nino Frassica scrive un divertente catalogo dei vip - anzi, dei vipp - che conosce di persona, tra amori disastrosi, tic, segreti inconfessabili, vanità e bizzarrie. C'è Terence Hill, che «visto dal vivo dimostra 50 anni. Visto in televisione ne dimostra 40. Visto da 10 km di distanza, dimostra 8 anni: praticamente un bambino», talmente timido che all'inizio usava uno stuntman per le scene dei baci mentre interpretava da sé le scene pericolose, e che la prima notte di nozze l'ha passata in garage. C'è Gianni Morandi, nato con un parto difficile: l'ostetrica dovette tirarlo fuori dalle mani, che sono quindi quattro volte la media delle mani normali. C'è Francesco Totti, nato invece al diciottesimo minuto dei tempi supplementari davanti a 15 milioni di spettatori su Sky e intenzionato a fare il «raggionie'», non il calciatore, ma suo padre gli bucava i libri per farlo smettere di studiare. Un'indagine sulle persone famose, tutta giocata sul paradosso, l'assonanza linguistica, i toni fiabeschi cui nel corso della sua lunga carriera Nino Frassica ci ha abituato.
"Novella Bella" è un'invenzione comica di Nino Frassica che, in veste di direttore e pure vicedirettore di un'ipotetica testata giornalistica, sfavilla come ospite speciale, come fuori programma vivente, pezzo unico irriproducibile nel programma domenicale di Fabio Fazio, portando un filamento incandescente di genialità per chiudere la settimana con un fuoco di artificio di nonsense e di follia. Scombinando tutto e mandando in tilt ogni logica possibile. Perché Frassica non storpia le parole, mina il senso. Si fa interprete dell'Assurdo, del Paradosso, è autore di meravigliose battute costruite con l'arte del Nonsense. Questo libro raccoglie finalmente il meglio di "Novella Bella" e ne è l'irresistibile summa. Fra gossip, cultura generale, biografie inventate, sondaggi folli, almanacco del giorno ugualmente inventato, costume, libri e televisione, ci travolge con le sue imperdibili anticipazioni: "Oggi, come la parola stessa dice, è nato lo storico e filosofo Benedetto Croce. Quando lui firmava, tutti pensavano che fosse analfabeta".
Questo libro fa ridere. Fate la prova, apritelo e sarete subito travolti da un incipit folgorante: «Sani Gesualdi nabbe nel 1111 (millecentoundici) e morve nel 1777 (millesettecentosettantasette). Nabbe da Sgallatta Alfredo, soprannominato Scandurra Gaetano, e da Scamarda Agata, vista da destra, o Agata Scamarda, vista da sinistra. Il padre faceva l'indossatore, la madre era casalinga, tutta casa e chiesa, era madre di 106 figli. Sani era il primo gemito, e lo chiamarono Gesualdi, e, per non confondersi, i rimanenti 105 fratelli li chiamarono "Coso" oppure "Cosa" a seconda del sesso. Il fratello più piccolo, di nome "Coso" (106° figlio, ultimo nato), ancora vive. Gli ultimi saranno i primi nella vigna!». Questo è il libro dei nanetti di Sani Gesualdi raccontati da Frate Antonino da Scasazza. Che è un piccolo paese della mente, senza mafia e dove è sempre festa, della provincia siciliana. Il Santo protettore dei nanetti (aneddoti, secondo il linguaggio storpiato di Frate Antonino) nacque nel migliore programma televisivo di sempre, «Quelli della notte» di Arbore, nel 1985. E qui codificò il nuovo esilarante genere letterario. Nello stesso anno Frassica pubblicò questo capolavoro di nonsense e di straniamento linguistico. Lo riproponiamo al pubblico che continua a divertirsi con le sue battute tutte le domeniche a «Che tempo che fa». Le libertà che Frassica si prende con la lingua italiana sono infinitamente più inebrianti e più felici delle comuni storpiature di altri comici. C'è qualcosa di Palazzeschi più che di Totò. L'esito è un libro da conservare sullo scaffale tra le "Tragedie in due battute" di Achille Campanile e il Fantozzi di Paolo Villaggio. Perché Frassica ha raccolto in questo libro il suo gramelot mentale. Definitivo. Eccone un altro esempio. «Ringrazzio tutti i correttori di bozze, i quali vedendosi arrivare i miei dattiloscritti li andavano correggendo e mi mandavano le bozze, poi io le rivedevo e correggevo le loro correzioni, poi sono stato costretto a scrivergli: "Attenzione ogni errore corretto da voi è un errore!!!". Così loro non solo non hanno più corretto i miei dattiloscritti, ma ogni tanto gli schiaffavano un bell'errore personale. "Tanto" dicevano "è un libro di Frassica".» Tagliamo la testa al topo, chi l'avrebbe detto che sarebbe diventato un classico? Perché non è bello cio che è bello, ma che bello! che bello! che bello!