
Protagonista di questo testo, opera di uno dei padri fondatori dell'antropologia, è un oggetto difficile da definire e analizzare, eppure sempre presente in ogni forma di società umana: la dimensione magica o, per dirla con l'autore del "Ramo d'oro", la superstizione. Partecipe dello spirito laico ed empirista dei suoi tempi, Frazer riteneva che lo sviluppo della civiltà procedesse, dagli stadi inferiori a quelli superiori, attraverso tre diverse fasi: la magia, la religione e la scienza. Ci si aspetterebbe dunque una rigida condanna di ogni forma di magia. Avviene invece esattamente il contrario. In "The Devil's Advocate" (pubblicato per la prima volta nel 1909 col titolo "Psyche's Task" e riedito nel 1913 e poi nel 1928), Frazer dimostra come le forme del rispetto "superstizioso" per l'integrità altrui siano il cemento che tiene unite le istituzioni fondamentali della società, primitiva o moderna che sia: il governo, la proprietà privata, il matrimonio. È proprio il timore reverenziale del tabù che non può essere infranto il principale elemento di coesione dei raggruppamenti umani.
Racconta la Bibbia che Aman, primo ministro persiano, una volta appreso che il suo antagonista Mardocheo è ebreo, si adopera affinché, insieme a lui, siano sterminati tutti gli ebrei del regno. Le sorti però si rovesciano e Aman finisce sulla forca che lui stesso aveva fatto predisporre per Mardocheo. La vicenda, narrata nel Libro di Ester, è al centro della festa carnevalesca di Purim, in cui si ricorda la salvezza degli ebrei e la morte di Aman, il ministro che ne aveva progettato lo sterminio. Nella sua congettura, che si basa su un'originale quanto controversa interpretazione del Libro di Ester, Frazer ipotizza che Cristo sia stato ucciso nel corso di una sacra rappresentazione di Purim. Scartare l'ipotesi frazeriana come un esercizio di immaginazione sarebbe facile. Più interessante è seguire Frazer nella convinzione che all'interno della sua congettura su Cristo siano presenti, e possano quindi ricercarsi, "grani di verità". Questo volume introduce un nucleo problematico nello studio dell'intreccio-scontro tra cristianesimo ed ebraismo. Il testo di Frazer è pressoché ignoto, perché non incluso nella versione ridotta del "Ramo d'oro" preparata dall'autore, tradotta in tutte le lingue). Alla "Crocifissione di Cristo" seguono alcune pagine di Edgar Wind, che studia, in relazione con la tesi di Frazer, la raffigurazione di Aman proposta da Michelangelo nella Cappella Sistina, dove Aman è rappresentato crocifisso.